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Quando si viene lasciati all’improvviso, e malamente, quando ci si sente abbandonati ingiustamente, perché invece andava tutto benissimo e stare insieme era uno spasso assoluto, una girandola di emozioni liete, un mosaico di affinità intellettive ed emotive, le domande che assillano la mente nelle ore diurne e notturne sono più o meno queste:
PRIMA DOMANDA:
“Io e te. Noi due. Te lo ricordi?
Forse no.
Altrimenti saresti qui con me, e non lì con lei.”
SECONDA DOMANDA:
“Ma come ti è venuto in mente di non amarmi più?
Io ero lì, che ti sognavo tutte le notti,
e tutte le notti nei miei sogni tu eri felice.”
TERZA DOMANDA:
“Che poi cosa vuol dire non ti amo più?
Che prima mi amavi e adesso no?
Che invece non mi hai mai amata e dunque neppure adesso?
Che mentre io ti amavo, tu giocavi a nomi, cose e città, scegliendo le parole a caso?”
In effetti in questo genere di abbandoni, dolorosi e improvvisi come il morso di una vipera, di domande ce ne sarebbero molte altre, ma la questione che di solito tormenta la persona abbandonata è: riuscirò mai a superare il dolore, l’amarezza e la frustrazione di un amore strappato a morsi dal mio cuore?
La risposta è sì, a sentire Anita Docile, autrice del libro “A volte mi calmo: ritratti di amore e disamore”, da cui sono tratte le domande che avete letto qualche riga fa.
Per superare la delusione bisogna innanzitutto imparare ad apprezzare la propria fragilità, e non rimproverarsi di essere deboli.
“A volte mi calmo” è un diario di riflessioni e aforismi semiseri su come affrontare un abbandono, arricchito da 63 splendidi acquerelli della pittrice uruguaiana Catherina Romanelli.
Ogni pagina può essere staccata per diventare un quadro con cui abbellire le pareti di casa.
Potete acquistarlo sul sito di Pop Edizioni, in offerta a 16 euro!

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