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I brevi componimenti poetici che trovate nella raccolta “A volte mi calmo”, scritta da Anita Docile e illustrata dalla pittrice uruguaiana Catherina Romanelli, sono sempre semiseri ma folgoranti.
Rendono in maniera tragicomica l’esatto stato d’animo di una donna rimasta sola con se stessa a riflettere sulla vita propria e altrui.
La premessa è tristemente familiare a molti di noi: una storia d’amore che pare vera, un partner felice e affidabile che si innamora di qualcun altro e se ne va, come niente fosse.
Lo sconcerto del ritrovarsi all’improvviso sola e l’incredulità nel vedere affondare le certezze di una vita che pareva solida come una nave da crociera obbligano la protagonista a dover reagire nell’unico modo possibile: a muso duro contro la realtà.
Ma i toni non sono mai lamentosi, anzi, sono disincantati e irriverenti, quasi a voler dimostrare che solo con una robusta dose di ironia si possono comprendere e superare eventi che inizialmente paiono incomprensibili e inaffrontabili.
Il motto di questo libro è che nessuno può farci sentire “abbandonati” se noi non glielo consentiamo.
Ma capirlo non è semplice, bisogna prima immergersi in quel vuoto che spinge la protagonista addirittura a rimpiangere la compagnia di qualunque “cretino animato o inanimato”.
Un percorso lungo per riemergere dal dolore, che però si può affrontare trasformando in armi le nostre fragilità e debolezze.
Come?
Con intelligenza, lealtà e tenerezza per se stessi.
A impreziosire i testi, le emozionanti illustrazioni di Catherina Romanelli, perché per guarire è importante circondarsi di immagini e parole potenti. Ecco perché le pagine di “A volte mi calmo” sono tutte staccabili: per trasformarle in quadri da appendere alle pareti di casa, in ufficio o per farne dono agli amici.

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