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“I confini del male” di P.G. Daniel è una raccolta di racconti che cerca di mettere in luce, episodio per episodio, aspetti deleteri della società in cui viviamo, che si possono riassumere nell’atteggiamento di chi, davanti a una persona più debole di lui, anziché sentire la necessità di difenderla, ci si accanisce ulteriormente, per scopi politici, di lucro o di pura e semplice crudeltà.
Tra i vari casi descritti c’è quello dei migranti intrappolati su un barcone in mezzo al mare, senza che le autorità italiane concedano lo sbarco. Il racconto si intitola “I quarantanove”, come il numero di extracomunitari coinvolti, e si ispira a un fatto realmente avvenuto durante un precedente esecutivo.
Parte delle forze politiche che lo componevano sono tornate al governo e il timore è quello che narrazioni come questa tornino sempre più di attualità.
Di recente è già andato in scena uno scontro tra Berlino e la Farnesina, che si rifiutava di prestare soccorso ai migranti (tra cui un centinaio di minori) messi in salvo da imbarcazioni di Ong tedesche e norvegesi.
Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha risposto che le navi vanno accolte dalle nazioni di riferimento.
Ancora una volta assistiamo a diverbi politici spesso pretestuosi, che assomigliano tanto a dimostrazioni di forza tra grandi istituzioni, però a spese di un gruppo di persone disperate a cui neanche viene consentito di mettere piede sulla terraferma alla fine di un viaggio straziante.

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