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Un amore che si disamora, una passione cocente che evapora nel nulla improvvisamente, senza segnali. O perlomeno, senza segnali chiari e inequivocabili.
Questo è il tema portante del volume “A volte mi calmo”, scritto da Anita Docile, illustrato dalla pittrice uruguaiana Catherina Romanelli e pubblicato da Pop Edizioni.
La voce narrante di queste pagine è attonita e frastornata dall’abbandono del suo uomo. Come è potuto accadere? E perché?
Andando via, l’uomo ha portato con sé il loro amore, tutti i ricordi, il tempo trascorso insieme, le certezze di una quotidianità condivisa, qui resi efficacemente dall’immagine di un corpo dilaniato: “Mi hai strappato via un braccio, restituiscimelo”.
Perché quando si subisce la fine di un amore è forse possibile convincere la mente e il cuore ad accettarlo. Ma è più complicato persuadere il corpo, che porta in sé le tracce di ogni emozione vissuta.
E quando una parte così importante della propria vita scompare, il corpo si sente mutilato, incompleto, inutile.
Ma la forza di questo libro e della scrittura di Anita Docile sta nel saper rendere un’occorrenza tanto straziante (e tanto comune) nella maniera più realistica, trasmettendo tuttavia al lettore anche una tenerezza e ironia spiazzante, grazie alla quale la commozione spesso si trasforma in sorriso.
“Mi è rimasto solo il tuo accendino, amore mio
che non è poco
considerando che poteva anche
non rimanermi niente.
Ne sono lieta
e me lo stringo tra le tette
continuamente.”
Aggiungiamo che il volume è composto di testi e illustrazioni che possono essere staccati e incorniciati, da appendere alle pareti di casa o regalare a qualcuno di speciale.

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