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“La poesia non vende” è l’infelice mantra che si sente ripetere nei corridoi delle case editrici, e costituisce la principale scusa per cui la maggior parte degli editori seri (quelli non a pagamento, per intenderci) ha smesso di pubblicare poeti contemporanei.
Pop Edizioni ha deciso di andare controcorrente, pubblicando “Ero feroce in sogno” di Roberta Margiotta, per non rinunciare ad avere tra le proprie collane un volume imperdibile e una sublime forma letteraria, la poesia, che precede e tuttora guida gli altri generi di scrittura.
Il libro si presenta come una raccolta spesso segnata da un male di vivere profondo, una difficoltà ad affrontare la vita quotidiana e le sue manifestazioni, e dalla continua ricerca di appigli esistenziali, come nel settimo componimento, dove l’autrice sembra agognare l’amore assoluto, con un atteggiamento quasi religioso (“Io ti adoro dal profondo del mio spirito”), scontrandosi tuttavia con una risposta che appare respingente:
“Non pensare di dovermi scacciare
con le tue mani sporche di sudore
dalla tua fronte
– accoglimi come se fossi linfa”.
E serve moltissimo coraggio e umanità per rivelare ciò che si prova a chi non è capace di ascoltare:
“Adoro il tuo epicentro
e divino trovo il tuo profumo
che sa di bacco e di tristezza
un lontano aroma di giovinezza
sulle tue guance rosse”.
Un linguaggio, quello della Margiotta, capace di mescolare con audacia un ispirato lirismo ad annotazioni e dettagli legati all’esperienza comune, quasi a voler rendere significativi anche particolari apparentemente trascurabili, che è uno dei più importanti compiti della poesia.
Una raccolta intensa, viscerale, che mira dritta al cuore. Da leggere d’un fiato.

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