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È l’articolo 21 della nostra Costituzione a permettere di esprimerci liberamente attraverso la parola e lo scritto.
Così non era, qui da noi, prima che i Padri Costituenti lo mettessero nero su bianco.
Così non è, e non è stato, in molti Paesi del mondo sotto ogni forma di dittatura.
Basti pensare al regime stalinista. L’esempio più eclatante è quello che passò alla storia come la “Notte dei poeti assassinati”, quando tredici intellettuali russi dissidenti di origine ebraica vennero processati sommariamente, accusati di affermazioni e azioni pubbliche rivolte contro il governo sovietico e liquidati con un’esecuzione sbrigativa che si svolse nel seminterrato del carcere dove erano detenuti.
Sorte un po’ diversa toccò al grande scrittore ucraino Bulgakov. Anch’egli, all’interno delle sue opere, non nascose mai le proprie critiche al regime nato con la Rivoluzione d’Ottobre, eppure gli fu riservato un trattamento assai meno severo. I suoi testi erano censurati e potevano circolare solo clandestinamente, è vero, tuttavia, quale sostentamento, gli fu offerto di lavorare in un piccolo teatro moscovita.
Fu lì dentro che un giorno sentì squillare il telefono. Quando alzò la cornetta, l’autore di “Il maestro e Margherita” restò esterrefatto nello scoprire chi fosse l’interlocutore: «Compagno Michail, è il compagno Stalin che parla. Vuoi sapere perché tu non hai subito repressioni né deportazioni in tutti questi anni? Perché quello che scrivi mi diverte moltissimo!» pare abbia detto.
(Pensierino della notte: devo scrivere tanto, ogni giorno, e leggere molto di più. Pensierino del giorno: non basta avere ispirazione, creatività e talento: per scrivere bene servono anche disciplina, determinazione e allenamento.)
Siamo una casa editrice NON A PAGAMENTO, perciò investiamo i nostri soldi, lavoro e competenze solo per pubblicare libri di cui ci innamoriamo. Se siete degli scrittori meravigliosi, potete inviare i vostri testi, in formato word o pdf, a pubblicazione@popedizioni.it Ma prima rileggeteli, valutateli e correggeteli con onestà, generosità e rigore. E ricordate che i refusi non sono una disattenzione, sono una perversione. Grazie.

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