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Lo scrittore è un individuo profondamente solo, non importa se condivida la casa e la vita con altre persone. Non importa se sia oggetto di plauso, disinteresse, rispetto o disistima, che abbia venduto molte copie del suo libro o neppure una, lo scrittore, quando scrive, è completamente da solo.
A cominciare dalla scelta del titolo sino all’ultima parola del finale, lo scrittore dovrà contare soltanto sulle proprie valutazioni. Potrà confrontarsi con amici e parenti o con professionisti del settore, a secondo delle conoscenze di cui gode, ma le decisioni vitali per il testo saranno merito o demerito suo.
Per cercare di ottenere un buon risultato, lo scrittore dovrà interpretare molteplici ruoli, tra cui questi:
dovrà essere creatore e creatura, immedesimandosi in ognuno dei personaggi, ma cercando di convogliarli nella direzione prescelta;
dovrà essere autore e lettore, rendendo comprensibile e inaspettato ciò che per lui è notorio, logico ed evidente, ma per gli altri no;
dovrà essere ostinato e flessibile, per tenere le redini della narrazione e per cambiare repentinamente direzione quando serve;
dovrà essere acerrimo avversario e massimo sostenitore di se stesso, per mantenere una visione critica del testo, senza tentare il suicidio o abbandonare il lavoro a metà.
Il che renderebbe insicuro e spaventato anche un gladiatore, e ancora di più uno scrittore, che continuerà a lavorare duramente ripetendo come un mantra: non sono all’altezza, sì, lo sono.
(Pensierino della notte: devo scrivere tanto, ogni giorno, e leggere molto di più. Pensierino del giorno: non basta avere ispirazione, creatività e talento: per scrivere bene servono anche disciplina, determinazione e allenamento.)
NON siamo una casa editrice A PAGAMENTO, perciò investiamo i nostri soldi, lavoro e competenze solo per pubblicare libri di cui ci innamoriamo. Se siete degli scrittori meravigliosi, potete inviare i vostri testi, in formato word o pdf, a pubblicazione@popedizioni.it  Ma prima rileggeteli, valutateli e correggeteli con onestà, generosità e rigore. E ricordate che i refusi non sono una disattenzione, sono una perversione. Grazie infinite.

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