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Ricordate l’ultimo consiglio rilasciato pubblicamente da Steve Jobs? “Siate affamati. Siate folli.”
Beh, se c’è un appello che teniamo a fare a tutti gli scrittori, o aspiranti tali, è: “Siate paradossali”.
Il che non significa andare a caccia di bizzarrie a tutti i costi. Vuol dire semmai: non siate mai scontati, anche quando parlate di qualcosa di semplice e alla portata di tutti.
Cercate di dare sempre un punto di vista personale ai vostri lettori.
“Paradosso” deriva dal greco antico (para + dóxa), con il senso di “al di là dell’opinione comune”. Non è forse questo uno dei motivi fondanti della letteratura: far scoprire prospettive su cose, fatti o persone sinora ignorate?
Mostrare qualcosa di già conosciuto attraverso un’angolazione insolita, se da una parte dà una scossa positiva al lettore, per altro verso rappresenta il modo migliore di raccontare come stanno veramente le cose, oltre i preconcetti e i luoghi comuni.
Come insegna Schopenhauer: “La verità nasce come paradosso e muore come banalità”. Ciò vuol dire che quella che all’inizio appare come una rivelazione sino ad allora impensabile, col tempo finirà per essere elaborata e metabolizzata sino al punto di diventare una verità acquisita, e perciò rassicurante.
Osate sempre. Investigate l’oggetto della vostra narrazione in modo da illuminarlo con una luce rivelatrice, senza accontentarvi di ciò che ne hanno già detto gli altri. Non limitatevi mai alla prima definizione che vi viene in mente.
(Pensierino della notte: devo scrivere tanto, ogni giorno, e leggere molto di più. Pensierino del giorno: non basta avere ispirazione, creatività e talento: per scrivere bene servono anche disciplina, determinazione e allenamento.)
Siamo una casa editrice NON A PAGAMENTO, perciò investiamo i nostri soldi, lavoro e competenze solo per pubblicare libri di cui ci innamoriamo. Se siete degli scrittori meravigliosi, potete inviare i vostri testi, in formato word o pdf, a pubblicazione@popedizioni.it Ma prima rileggeteli, valutateli e correggeteli con onestà, generosità e rigore. E ricordate che i refusi non sono una disattenzione, sono una perversione. Grazie.

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