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Se avete finito di scrivere il vostro libro non siate troppo avventati nell’affidarlo al primo editore “che passa”.
Speriamo sia superfluo raccomandare di NON rivolgervi a editori a pagamento, a cui non dovrebbe essere permesso di definirsi tali.
Tuttavia, l’Italia è piena di editori onesti che non richiedono soldi all’autore e che però spesso si dimostrano impreparati sotto altri aspetti.
L’editore è un imprenditore, deve perciò investire in bravi grafici e collaboratori che curino il libro sia nei contenuti che nella forma, per ottenere un buon volume.
Oltre a questo, l’editore deve saper vendere quel che pubblica o perlomeno provarci in ogni modo, altrimenti la pubblicazione rischia di restare lettera morta.
La manna per tutte le case editrici è il passaparola: un lettore che consiglia il libro ai suoi amici, a costo zero per chi lo ha pubblicato. Tutti gli editori ci sperano. Però, anche confidando nella fortuna, c’è sempre bisogno di innescare un processo perché questo prima o poi accada.
Prima di inviare il vostro romanzo controllate sempre che tipo di promozione offrono. Diffidate di chi pubblica tanto e non segue i propri titoli, se non con qualche tentativo sporadico, affidandosi al destino.
Un buon editore pubblica un po’ meno, ma ci tiene a valorizzare ogni testo del suo catalogo, cercando di farlo conoscere attraverso tutti i canali possibili: social, pagine di giornale, festival letterari, presentazioni mirate.
Proprio come facciamo noi di Pop Edizioni.
(Pensierino della notte: devo scrivere tanto, ogni giorno, e leggere molto di più. Pensierino del giorno: non basta avere ispirazione, creatività e talento: per scrivere bene servono anche disciplina, determinazione e allenamento.)
Siamo una casa editrice NON A PAGAMENTO, perciò investiamo i nostri soldi, lavoro e competenze solo per pubblicare libri di cui ci innamoriamo. Se siete degli scrittori meravigliosi, potete inviare i vostri testi, in formato word o pdf, a pubblicazione@popedizioni.it Ma prima rileggeteli, valutateli e correggeteli con onestà, generosità e rigore. E ricordate che i refusi non sono una disattenzione, sono una perversione. Grazie.

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