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Ieri era San Valentino, il giorno degli innamorati. Quale migliore spunto per parlare di letteratura e amore?
Un connubio indissolubile da sempre, infatti non bisogna dimenticare che le vicende dell’Iliade, il primo libro della storia della letteratura occidentale, nascono dalla passione irrefrenabile di Paride per Elena.
Il tema dell’amore è forse il più ricorrente in narrativa. Anche i romanzi apparentemente più seriosi o cinici difficilmente rinunciano a parlare, anche solo en passant, di una o più relazioni sentimentali all’interno della trama. È quasi d’obbligo.
Capiterà quindi anche a voi di scrivere prima o poi qualcosa di inerente. Allora, come fare a non risultare banali, trattando un argomento così inflazionato?
Per non apparire scontato un bravo scrittore deve sempre tenere a mente i grandi predecessori e scegliere poi quale strada seguire: l’amore tormentato di Radiguet o di Pavese, l’amore come esperienza prima di tutto fisica in Miller, l’amore come conquista avventurosa di Hemingway, l’amore estremo di De Sade, l’amore come dono completo di sé in Dostoevskij o l’amore come forma di rivalsa sociale di Scott Fitzgerald.
Proprio come tutti gli altri argomenti toccati dalla letteratura, anche l’amore finisce per trasformarsi quasi sempre in una metafora, la cui valenza va ben al di là della semplice vicenda vissuta dai due protagonisti.
Se invece volete cercare di risalire alla natura stessa dell’amore, vi consigliamo la lettura del “Simposio” di Platone.
(Pensierino della notte: devo scrivere tanto, ogni giorno, e leggere molto di più. Pensierino del giorno: non basta avere ispirazione, creatività e talento: per scrivere bene servono anche disciplina, determinazione e allenamento.)
Siamo una casa editrice NON A PAGAMENTO, perciò investiamo i nostri soldi, lavoro e competenze solo per pubblicare libri di cui ci innamoriamo. Se siete degli scrittori meravigliosi, potete inviare i vostri testi, in formato word o pdf, a pubblicazione@popedizioni.it Ma prima rileggeteli, valutateli e correggeteli con onestà, generosità e rigore. E ricordate che i refusi non sono una disattenzione, sono una perversione. Grazie.

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