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La scrittura è un esercizio che non conosce pause. La penna deve rimanere sempre allenata, proprio come fa l’atleta con i muscoli, in prossimità di una gara o per semplice mantenimento fisico. Più si scrive e più facile diventa farlo, appianando via via quei passaggi che inizialmente potevano apparire ostici, rendendo mestiere ciò che prima era sforzo.
La lettura è altrettanto indispensabile. Leggere precede la scrittura, la incoraggia, la influenza e la affiancherà per tutta la sua durata, o almeno è così che dovrebbe andare. Conoscere i testi altrui ridimensiona adeguatamente certe megalomanie tipiche del principiante, aiuta a pensare e progettare nei termini di una narrazione professionale e torna utile sotto il profilo tecnico: constatare come siano state superate alcune difficoltà espositive o osservare soluzioni creative a cui non si sarebbe altrimenti pensato semplificherà il lavoro.
Anche per questo uno scrittore non legge quasi mai per mero piacere, come gli altri comuni mortali. Semmai questo rappresenta per lui un momento formativo irrinunciabile, per quanti best seller abbia già pubblicato. Scrivere è una palestra che non chiude mai e che obbliga i propri iscritti a un allenamento continuo.
Terzo elemento: il vero scrittore deve anche vivere molto, affinché le sue storie non risultino simili a un esercizio di vampirismo letterario, ma traggano spunto innanzitutto dalla vita reale, che dovrebbe costituire la prima fonte di ispirazione. Il che non significa vivere ai limiti, ma vivere intensamente per carpire l’essenza delle cose che ci stanno attorno e cercare poi di restituirla sulla pagina scritta.
(Pensierino della notte: devo scrivere tanto, ogni giorno, e leggere molto di più.)
NON siamo una casa editrice A PAGAMENTO, perciò investiamo i nostri soldi, lavoro e competenze solo per pubblicare libri di cui ci innamoriamo. Se siete degli scrittori meravigliosi, potete inviare i vostri testi, in formato word o pdf, a pubblicazione@popedizioni.it  Ma prima rileggeteli, valutateli e correggeteli con onestà, generosità e rigore. E ricordate che i refusi non sono una disattenzione, sono una perversione. Grazie infinite.

 

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