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Ieri era la Giornata Internazionale di Harry Potter.
Vogliamo prendere spunto da questa ricorrenza per parlare di letteratura per l’infanzia, un genere letterario spesso snobbato da critici e scrittori affermati, che invece vive di una sua innegabile dignità, oltre a costituire una delle maggiori e più costanti entrate per l’intera industria del libro.
Qual è il segreto del ciclo scritto da Rowling? Come ha fatto a imporsi in così breve tempo diventando un classico che è riuscito ben presto a travalicare il target prefissato entusiasmando lettori di tutte le età?
Crediamo che il suo punto di forza stia nel mondo che l’autrice è riuscita a creare, immaginifico e suggestivo, diverso da quello reale ma egualmente cogente, un po’ come era già riuscito a fare Tolkien.
È questa l’essenza, quando scegliete di inventare fatti, personaggi e ambientazioni fantasy: per quanto siano improbabili devono risultare credibili al lettore.
È la famosa sospensione dell’incredulità, un patto che si instaura tacitamente tra lettore e autore: caro scrittore, sono pronto a credere a tutto quello che tu descrivi, mentre leggo, a patto che tu sappia come condurre l’azione.
Vale per tutti i libri, non solo per quelli pensati per i più giovani.
La letteratura per l’infanzia, inoltre, rimane la migliore palestra per chi si voglia cimentare nell’attività della scrittura, considerando che i ragazzini costituiscono il pubblico più attento ed esigente.
(Pensierino della notte: devo scrivere tanto, ogni giorno, e leggere molto di più. Pensierino del giorno: non basta avere ispirazione, creatività e talento: per scrivere bene servono anche disciplina, determinazione e allenamento.)
Siamo una casa editrice NON A PAGAMENTO, perciò investiamo i nostri soldi, lavoro e competenze solo per pubblicare libri di cui ci innamoriamo. Se siete degli scrittori meravigliosi, potete inviare i vostri testi, in formato word o pdf, a pubblicazione@popedizioni.it Ma prima rileggeteli, valutateli e correggeteli con onestà, generosità e rigore. E ricordate che i refusi non sono una disattenzione, sono una perversione. Grazie.

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