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Ci sono parecchi libri in commercio che parlano di cani.
A parte la manualistica tecnica, anche la narrativa si è occupata più volte del migliore amico dell’uomo, come Zanna Bianca e Mr Bones.
Di solito il cane è visto come una creatura docile, fedele fino all’estremo sacrificio, o come demone impazzito che, inesorabilmente, soccombe all’uomo (tipo Cujo, per intenderci).
A questa vasta letteratura si va ora ad aggiungere “È tempo di mordere – Storie minime di Cinofilia Nera”, scritto da Troglodita Tribe e pubblicato da Pop Edizioni, in cui lo sguardo degli autori si discosta notevolmente dal solito libro sui cani.
È una raccolta di “racconti minimi” che ha per protagonisti cani che si ribellano ai padroni e agli umani in generale, e ribaltano una volta per tutte l’odioso ruolo da valletto che da sempre l’uomo ha scelto per loro.
Infatti, il grande merito di Troglodita Tribe è di aver inventato un genere letterario nuovo: la Cinofilia Nera, appunto.
86 racconti al vetriolo per una kermesse canina che sa far ridere, rabbrividire e riflettere amaramente il lettore.
Siamo davvero certi che i nostri amici a quattro zampe siano così felici di seguirci in tutti i nostri capricci, soprusi e insicurezze?
Non preferirebbero correre via, liberi di essere finalmente cani e non pargoletti a quattro zampe?
“È tempo di mordere” è un volume imperdibile per avere uno sguardo nuovo sulle reali dinamiche che ci legano a loro.
(Pensierino della notte: devo scrivere tanto, ogni giorno, e leggere molto di più. Pensierino del giorno: non basta avere ispirazione, creatività e talento: per scrivere bene servono anche disciplina, determinazione e allenamento.)
Siamo una casa editrice NON A PAGAMENTO, perciò investiamo i nostri soldi, lavoro e competenze solo per pubblicare libri di cui ci innamoriamo. Se siete degli scrittori meravigliosi, potete inviare i vostri testi, in formato word o pdf, a pubblicazione@popedizioni.it Ma prima rileggeteli, valutateli e correggeteli con onestà, generosità e rigore. E ricordate che i refusi non sono una disattenzione, sono una perversione. Grazie.

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