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#labottegadelleparole

È vero, è facile dare consigli quando si tratta del dolore e della frustrazione altrui, ma noi di Pop Edizioni siamo scrittori prima che editori e conosciamo perfettamente quel profondo senso di inadeguatezza che svilisce ogni sano entusiasmo, quando ci si prepara a raccontare una nuova storia.
Siamo scrittori e custodiamo diligentemente quel retrogusto amaro di rinuncia e ostinazione, quel miscuglio nauseabondo di timore e intenso desiderio che qualcuno legga le nostre parole. Perché esiste una sostanziale differenza tra l’intenzione e l’azione, tra le aspettative e il risultato: e in questa differenza risiedono la qualità e la volontà dello scrittore.
Ma perché si scrive – quando si potrebbe stare tranquilli sul divano a leggere un bel libro?
Per fiducia, essenzialmente.
Fiducia nell’essere umano, questa creatura sfuggente e incomprensibile, luminosa e dannosa come nessun altro animale, ma l’unica in grado di creare, comprendere e tramandare di generazione in generazione le parole e la narrazione.
Non si scrive per essere ammirati (o insultati), non si scrive per essere invidiati (o ignorati), ma per sincera volontà di condivisione con chi legge. Ecco perché, scrivendo, è indispensabile essere onesti, generosi e rigorosi dalla prima parola fino all’ultima: ogni libro dovrebbe essere un attestato di considerazione e rispetto per il lettore, che conduca a una reciproca empatia.
E ora un piccolo consiglio per sopravvivere (artisticamente) alla paura di non essere abbastanza bravi: scrivete e riscrivete fino a farvi sanguinare le mani e il cuore. È molto semplice.
(Pensierino della notte: devo scrivere tanto, ogni giorno, e leggere molto di più.)
NON siamo una casa editrice A PAGAMENTO, perciò investiamo i nostri soldi, lavoro e competenze solo per pubblicare libri di cui ci innamoriamo. Se siete degli scrittori meravigliosi, potete inviare i vostri testi, in formato word o pdf, a pubblicazione@popedizioni.it  Ma prima rileggeteli, valutateli e correggeteli con onestà, generosità e rigore. E ricordate che i refusi non sono una disattenzione, sono una perversione. Grazie infinite.

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