“Non lasciar passare neppure un giorno senza scrivere una riga” consigliava Plinio il Vecchio, che era un uomo notoriamente saggio, ma forse troppo garbato per dire le cose esattamente come stanno.
Perché le righe non sono come le mele, non ne basta una al giorno per togliere i malanni di torno: e voler scrivere è un malanno.
È una tra le peggiori idee che vi potranno venire in mente da sobri. Decidere di scrivere equivale a innamorarsi della creatura più straordinaria del pianeta e sperare di conquistarla con tre aggettivi e due avverbi, mentre il sudore vi bagna le ascelle e lei vi guarda annoiata.
Provate a immaginare la faccia di Uma Thurman e di suo fratello (che sarà uno schianto come lei) se vi sorprendessero nudi nel parcheggio di un supermercato mentre cercate di apparire tonici spingendo un carrello stracolmo di alimenti dietetici.
La scrittura vi guarda così, sappiatelo, mentre voi riempite la pagina di parole che non racconteranno niente se non siete allenati a scrivere.
Perciò allenatevi, come se vi preparaste alle tappe del cammino di Santiago di Compostela: scrivete ogni giorno e ogni notte, scrivete più che potete.
Scrivete di qualunque argomento, non abbiate freni, non limitatevi, non ostacolatevi, non imbarazzatevi: inizialmente puntate alla quantità di parole, non alla qualità.
(Pensierino del giorno per lettori e scrittori: se vi piace questa rubrica, vi piaceranno anche i libri che pubblichiamo. Venite a trovarci sul nostro sito popedizioni.it)
(Pensierino della notte: bisogna scrivere tanto, ogni giorno, e leggere molto di più.)
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