Da anni, ormai, siamo stati sommersi da una quantità strabiliante di autoscatti che ci ritraggono sorridenti nelle più ordinarie, irrilevanti attività quotidiane, al punto da aver sviluppato una salvifica quanto letale assuefazione, per cui anche guardandoli non ne percepiamo più l’inevitabile bruttezza né ci sentiamo ridicoli a scattare di continuo fotografie mentre sorridiamo a nessuno.
Ma l’invenzione dei selfie è stata una catastrofe anche per la scrittura.
Essersi abituati all’idea che qualunque sorriso o momento della nostra vita siano degni di attenzione e condivisione è stato un errore. Ancora più disastrosa la possibilità di poterli postare perché i selfie, riproponendo alla lettera la banalità quotidiana, non sono interessanti.
Allo stesso modo, non basta svelare i propri affanni giornalieri per diventare uno scrittore.
Che siano travagli amorosi, beghe professionali, ingiustizie sociali, poco importa. La scrittura è una lente d’ingrandimento che consente di rendere visibile ciò che apparentemente non lo è; uno strumento per decodificare la realtà offrendone una visione personale e nuova.
Non ha niente a che vedere con la semplice trasposizione dei propri sentimenti e pensieri. È un’arma affilatissima, ma bisogna saperla usare, per esempio individuando quel che NON vale la pena raccontare.
Non siate didascalici, non affidatevi alla pura verità, perché la verità di per sé non è interessante, se non è in grado di portare in superficie l’essenza.
(Pensierino del giorno per lettori e scrittori: se vi piace questa rubrica, vi piaceranno anche i libri che pubblichiamo. Venite a trovarci sul nostro sito popedizioni.it)
(Pensierino della notte: bisogna scrivere tanto, ogni giorno, e leggere molto di più.)
Siamo una casa editrice NON A PAGAMENTO, perciò investiamo i nostri soldi, lavoro e competenze solo per pubblicare libri di cui ci innamoriamo. Se siete degli scrittori meravigliosi, potete inviare i vostri testi, in formato word o pdf, a pubblicazione@popedizioni.it Ma prima rileggeteli, valutateli e correggeteli con onestà, generosità e rigore. E ricordate che i refusi non sono una disattenzione, sono una perversione. Grazie.