Intorno alla scrittura si possono fare discorsi di carattere tecnico e artistico o più legati all’esperienza umana.
Il supporto morale che proviene da chi ci sta attorno, per esempio, è un elemento da tenere in gran conto.
Quanti scrittori, specie alle prime armi e privi di riscontri esterni, si struggono nel percepirsi poco capiti soprattutto dalla più stretta cerchia dei congiunti?
Lo scrittore spesso è un animale fragile, che si muove a tentoni, che si barcamena tra scoramenti improvvisi e ritorni altrettanto repentini alla fiducia in se stesso. Un giudizio positivo da parte di una persona cara non può che corroborare questa sua ricerca incerta.
Sicuramente non è facile conferire il giusto peso alla scrittura per chi le sia estraneo. Il più delle volte, l’esercizio di scrivere viene visto come una bizzarria da perditempo, che difficilmente sfocerà in qualcosa di concreto e produttivo.
Anche un buon lettore, chissà perché, quando si trova in famiglia un aspirante scrittore può trattarlo con sufficienza, come se i libri che è solito leggere non provenissero da persone del tutto simili a quella che ha davanti, ma da entità incorporee.
All’opposto, può capitare che tale passione susciti nel profano una sincera fascinazione. Ma è un evento raro.
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