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Scrivere, correggere, riscrivere, rileggere, ma un bel giorno, che lo vogliate o no, per quanto perfezionisti siate, il vostro dattiloscritto sarà pronto per camminare con le proprie gambe.
Del resto, non è per questo che scrivete? Per vedere finalmente le vostre opere affidate alle cure di un editore?
Inutile ripetere il vecchio refrain “io scrivo prima di tutto per me stesso”. Si scrive affinché altri leggano i nostri scritti. Maggiore è il numero di lettori, maggiore è la soddisfazione.
Per questo sperate che i vostri testi vengano pubblicati, ossia vengano resi pubblici o, ancora meglio, di pubblico dominio.
Non datevi per vinti al primo rifiuto o davanti al prolungato silenzio dei vostri destinatari, è quel che capita a tutti, specie per le opere prime.
Non è facile per nessun esordiente vedere il proprio debutto letterario dato alle stampe, ma quando raggiungerete tale traguardo le pubblicazioni successive, al confronto, sembreranno una discesa.
Se siete stati onesti prima di tutto con voi stessi e siete certi che il vostro lavoro sia buono, qualcuno prima o poi se ne accorgerà. Nel frattempo non lasciate che la vostra vena si esaurisca a vuoto.
Nell’attesa che quel primo libro veda la luce, scrivetene altri. Questo vi aiuterà a vincere l’ansia da aspettative.
(Pensierino del giorno per lettori e scrittori: se vi piace questa rubrica, vi piaceranno anche i libri che pubblichiamo. Venite a trovarci sul nostro sito popedizioni.it)
(Pensierino della notte: bisogna scrivere tanto, ogni giorno, e leggere molto di più.)
Siamo una casa editrice NON A PAGAMENTO, perciò investiamo i nostri soldi, lavoro e competenze solo per pubblicare libri di cui ci innamoriamo. Se siete degli scrittori meravigliosi, potete inviare i vostri testi, in formato word o pdf, a pubblicazione@popedizioni.it Ma prima rileggeteli, valutateli e correggeteli con onestà, generosità e rigore. E ricordate che i refusi non sono una disattenzione, sono una perversione. Grazie.

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