“Rem tene, verba sequentur” è la celebre frase attribuita a Marco Porcio Catone, che si può tradurre più o meno così: “Tieni presente l’argomento, le parole verranno da sole”.
Più che una constatazione, sembra un augurio. Così dovrebbe essere, in effetti: non importa di cosa vogliate parlare e quale stile adottiate per farlo, l’importante è che questi due aspetti si accompagnino felicemente.
La forma e il contenuto sono due facce della stessa medaglia: fate sì che come scrivete sia sempre a servizio di che cosa scrivete, affinché la storia giunga al lettore in tutta la sua pienezza.
Uno stesso tema può essere descritto in maniera tragica, scanzonata, grottesca o del tutto neutra: il punto di vista da cui mostrare la storia è una libera scelta dell’autore, motivata da intenti che tendono a esorbitare dal campo dell’estetica per invadere quello della morale.
L’importante è che tra lo stile della narrazione e la materia narrata si crei la giusta simbiosi.
Un bello stile è piacevole a patto che non sia gratuito, se non si vuol rischiare di scadere nella belluria, ossia nella ricerca di uno stile ornamentale, la cui artificiosità, anziché arricchire la storia, finisce per penalizzarla.
Un buon testo è sempre un incontro indissolubile tra l’oggetto del racconto e il giusto modo per descriverlo. Ogni racconto deve trovare l’abito che lo vesta a pennello, che l’autore si preoccuperà di procurargli affinando le proprie arti sartoriali.
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