Contrariamente a quanto si possa pensare, spesso chi scrive non è un buon lettore di se stesso (e anche per questo motivo è bene affidarsi a editor e case editrici).
Quasi sempre, infatti, l’autore è troppo immerso in quel che sta scrivendo per avere uno sguardo lucido sui significati ambigui di alcune parole, frasi o sviluppi della trama.
Anche la musicalità di un testo – la somma dei pesi di ciascuna parola all’interno di una frase – non è facile da gestire per chi scrive.
Esistono, però, dei modi per rendersi “estranei” al testo, almeno parzialmente.
Per leggere un manoscritto che ormai conoscete a memoria, provate a ingannare il cervello: cambiate font, dimensione dei caratteri, inseritelo in un programma di impaginazione, trasformatelo in un pdf; insomma, date ai vostri occhi nuovi stimoli per rileggere criticamente.
E non dimenticate di leggere lentamente e ad alta voce. Salteranno fuori incongruenze e refusi che le precedenti letture avevano nascosto.
Registrare la propria voce durante la lettura vi aiuterà, nel risentirvi, a individuare gli errori di punteggiatura e di costruzione sintattica.
(Pensierino del giorno per lettori e scrittori: se vi piace questa rubrica, vi piaceranno anche i libri che pubblichiamo. Venite a trovarci sul nostro sito popedizioni.it)
(Pensierino della notte: bisogna scrivere tanto, ogni giorno, e leggere molto di più.)
Siamo una casa editrice NON A PAGAMENTO, perciò investiamo i nostri soldi, lavoro e competenze solo per pubblicare libri di cui ci innamoriamo. Se siete degli scrittori meravigliosi, potete inviare i vostri testi, in formato word o pdf, a pubblicazione@popedizioni.it Ma prima rileggeteli, valutateli e correggeteli con onestà, generosità e rigore. E ricordate che i refusi non sono una disattenzione, sono una perversione. Grazie.