Roald Dahl (1916-1990) è stato un memorabile scrittore di libri per ragazzi.
A sbirciare nella sua vita privata, si capisce subito come l’infanzia fosse di fondamentale importanza per l’autore inglese.
Dahl, infatti, scriveva ogni giorno nel suo capanno speciale in fondo al giardino di casa, dove custodiva i suoi ricordi più cari.
Costruito da un amico che ispirò il personaggio del GGG – protagonista del celeberrimo “Il grande gigante gentile” –, al centro del capanno si trovava una grande poltrona accogliente su cui l’autore sedeva a scrivere, utilizzando come supporto una tavola di legno posata sui braccioli.
Tutto intorno, memorie di una vita intera: fotografie dei figli, disegni, cimeli di quando era bambino – come i modellini di aerei e le pigne raccolte durante le vacanze in Norvegia con la famiglia.
Un vero e proprio tempio dedicato all’infanzia, e Dahl ne era talmente geloso da non permettere a nessuno di entrare, neppure ai suoi figli.
Nel capanno “posso isolarmi, tornando nel giro di pochi minuti a quando avevo sei, sette o otto anni. Quando sono qui dentro vedo solo il foglio su cui scrivo, e la mia mente è lontana, con Willy Wonka o James o il signor Volpe o Danny, o qualsiasi altra cosa io stia creando”.
E voi, avete un posto speciale che stimola la vostra creatività?
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