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A chiunque scrive, quando lo rivela in giro, sarà capitato di sentirsi dire: «Ah, ma allora dovresti scrivere un libro su di me, guarda,» seguito dalla ridondante sentenza: «La mia vita è un romanzo!».
Posto che pochissime biografie possano davvero assumere toni romanzeschi, a meno che tu non sia Ernest Hemingway o Wiston Churchill, raccontare la maggior parte delle vite di chi lo auspichi, volendo conferire loro un taglio godibile per il lettore, non sarebbe granché diverso dal cercare di cavare un ragno dal buco.
Talora però avviene che qualcuno sia disposto a pagarvi per compiere tale impresa. Si parla di vip perlopiù, comunque di figure pubbliche. Qui il discorso cambia, il lavoro è lavoro, come si suol dire, sebbene la vita di una persona più o meno famosa non è detto abbia risvolti più interessanti, da un punto di vista narrativo, del vissuto dell’uomo comune.
L’aspetto migliore in un’operazione del genere (oltre al cachet, ovviamente) è che finalmente potrete professionalizzarvi, ossia intendere la scrittura come un mestiere vero e proprio, lontano da quella paccottiglia romantica rappresentata da cose come l’ispirazione e la ricerca della frase stentorea. Qua siete chiamati a parlare delle vicende, dei sentimenti, degli incontri di qualcun altro, spesso di una banalità disarmante, a cui la vostra arte dovrà riuscire a regalare una veste ammiccante. Il ghostwriting è un’eccellente palestra per chi voglia fare della propria passione un’attività seria. Qua giocate in trasferta e le vostre esperienze personali o la vostra immaginazione potranno tornare utili solo se messe al servizio di una storia che non vi appartiene.

(Pensierino della notte: devo scrivere tanto, ogni giorno, e leggere molto di più.)

NON siamo una casa editrice A PAGAMENTO, perciò investiamo i nostri soldi, lavoro e competenze solo per pubblicare libri di cui ci innamoriamo. Se siete degli scrittori meravigliosi, potete inviare i vostri testi, in formato word o pdf, a pubblicazione@popedizioni.it  Ma prima rileggeteli, valutateli e correggeteli con onestà, generosità e rigore. E ricordate che i refusi non sono una disattenzione, sono una perversione. Grazie infinite.

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