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#labottegadelleparole

 

I social rubano tempo e spazio ai metodi di lettura più tradizionali, ma, se ben sfruttati, possono anche tornare utili a editori e autori non solo dal punto di vista meramente promozionale, ma anche per far conoscere più approfonditamente la filosofia editoriale e gli intenti espressivi degli uni e degli altri.

Specialmente per quanto riguarda gli scrittori, mai, prima dell’epoca corrente, essi hanno avuto una così concreta possibilità di sentirsi vicini ai propri lettori, conoscere le loro preferenze, leggerne le critiche positive o negative e sondare i loro gusti. Questo può tornare utile a fini commerciali, lo è sicuramente per un genuino reciproco scambio di idee e pareri.
Fino a poco prima della diffusione di Internet gli scrittori erano figure distanti, quasi irraggiungibili. Per contattarli ci si poteva rivolgere alla casa editrice, ma era difficile che la comunicazione superasse una cordiale risposta di ringraziamento. Tutto il pensiero dell’autore era affidato ai suoi scritti e a qualche sparuta intervista. Ora invece sono rarissimi i casi di scrittori che non interagiscano più o meno quotidianamente con i propri seguaci, con scambi di battute in tempo reale.
Questa continua presenza e disponibilità al colloquio tende anche a dissacrare la figura del letterato, al contrario di quella forma di idolatria che non di rado si creava in passato in forza di quella separazione tra scrittore e lettori di cui si parlava. Il sottile rischio è quello di banalizzarsi sin troppo. 

(Pensierino della notte: devo scrivere tanto, ogni giorno, e leggere molto di più. Pensierino del giorno: non basta avere ispirazione, creatività e talento: per scrivere bene servono anche disciplina, determinazione e allenamento.)
NON siamo una casa editrice A PAGAMENTO, perciò investiamo i nostri soldi, lavoro e competenze solo per pubblicare libri di cui ci innamoriamo. Se siete degli scrittori meravigliosi, potete inviare i vostri testi, in formato word o pdf, a pubblicazione@popedizioni.it Ma prima rileggeteli, valutateli e correggeteli con onestà, generosità e rigore. E ricordate che i refusi non sono una disattenzione, sono una perversione. Grazie.

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