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Leggere è senza dubbio un’attività positiva, potremmo spingerci a dire fondamentale per la crescita e l’equilibrio dell’animo umano.
Detto questo, certe volte può sembrare che si faccia un po’ troppa retorica intorno all’oggetto “libro”, dettata più da ragioni di marketing – questa è l’impressione – che di onestà intellettuale.
Quando per esempio si sente affermare che l’importante è leggere o che qualunque libro vada bene per la formazione individuale si pecca forse di un’eccessiva generalizzazione.
Davvero qualsiasi pubblicazione ci rende migliori, considerando quale vastità semantica contenga in sé la parola “libro”? Anche il “Mein K*mpf” o un volume che dia le giuste dritte tecniche a un aspirante terrorista?
D’altra parte neppure si può demonizzare un testo per gli effetti che può avere sul lettore. Ogni lettura può tornare utile, anche quella del testo fondativo del na*ismo, purché sia supportata da un sufficiente spirito critico.
Ma come si fa ad acquisirlo? Leggendo. Leggendo il più possibile. Non ci si può limitare a una letteratura scarsa e circoscritta. Questa non farà che trascinarci nella nicchia in cui è relegata.
La capacità di maneggiare i contenuti di uno scritto con la giusta distanza analitica si ottiene coltivando con interesse e dedizione una lettura ricca e variegata.
Chi legge poco, magari pochissimo, teme che nuove letture possano insinuare nuovi dubbi, minando le certezze precedentemente acquisite. Ma non è proprio questo il loro bello?
(Pensierino della notte: devo scrivere tanto, ogni giorno, e leggere molto di più. Pensierino del giorno: non basta avere ispirazione, creatività e talento: per scrivere bene servono anche disciplina, determinazione e allenamento.)
NON siamo una casa editrice A PAGAMENTO, perciò investiamo i nostri soldi, lavoro e competenze solo per pubblicare libri di cui ci innamoriamo. Se siete degli scrittori meravigliosi, potete inviare i vostri testi, in formato word o pdf, a pubblicazione@popedizioni.it Ma prima rileggeteli, valutateli e correggeteli con onestà, generosità e rigore. E ricordate che i refusi non sono una disattenzione, sono una perversione. Grazie.

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