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Si parlava la scorsa settimana su questa stessa rubrica dell’importanza di sapere da dove vogliamo far partire il testo che ci accingiamo a scrivere e dove farlo arrivare per avere la sufficiente libertà, nel percorso tra questi due punti, di attardarci in digressioni e corollari narrativi senza mai perdere di vista dove dobbiamo andare a parare.
Ecco, un tale metodo di scrittura torna altresì utile per lo stile, oltre che per il contenuto: prevedere come si dipanerà l’intera storia ci fornirà una certa padronanza nel decidere e gestire il linguaggio che ci parrà più opportuno.
È superfluo rimarcare quanto sia decisiva per la resa finale del nostro scritto la scelta della giusta forma linguistica e, via via, la scelta delle parole più espressive per comunicare nella maniera più vivace sentimenti ed espressioni, suscitati dalle vicende narrate.
Non è detto che i vocaboli impiegati debbano essere per forza ampollosi o difficili, ricercati sì però, devono cioè apparire quanto più possibile necessari: nel senso che il lettore, trovandosi di fronte a una certa descrizione, dovrebbe avere la sensazione che, cambiando una sola parola o espressione, l’intera struttura della frase perderebbe irrimediabilmente solidità e significato.
Detto ciò, scrivere resta un grande gioco, anche a livello professionale. Se viene a mancare il lato ludico, il testo perderà di vigore.
Infatti è difficile che il lettore si diverta a leggere qualcosa che voi per primi non vi siate divertiti a scrivere.
(Pensierino della notte: devo scrivere tanto, ogni giorno, e leggere molto di più. Pensierino del giorno: non basta avere ispirazione, creatività e talento: per scrivere bene servono anche disciplina, determinazione e allenamento.)
NON siamo una casa editrice A PAGAMENTO, perciò investiamo i nostri soldi, lavoro e competenze solo per pubblicare libri di cui ci innamoriamo. Se siete degli scrittori meravigliosi, potete inviare i vostri testi, in formato word o pdf, a pubblicazione@popedizioni.it Ma prima rileggeteli, valutateli e correggeteli con onestà, generosità e rigore. E ricordate che i refusi non sono una disattenzione, sono una perversione. Grazie.

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