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Una volta che uno scrittore in erba ha finalmente terminato la sua opera prima ossia, dopo svariate titubanze e riscritture, si sente di poter porre la parola “fine” in calce al suo scritto, giunge il momento di proporlo in giro, per l’eventuale e tanto agognata pubblicazione.
Una delle paure più frequenti tra gli scrittori non ancora pubblicati pare sia quella che il dattiloscritto possa essere oggetto di plagio da parte di qualche editore che, nelle loro fantasie, non aspetterebbe altro che nuovi testi da vampirizzare senza il minimo scrupolo.
Ecco, su questo punto ci sentiamo di affermare che questo timore sia del tutto infondato: non vi è ragione per cui la casa editrice a cui avete inviato la vostra fatica letteraria decida di attribuirla a qualcun altro senza riconoscervi alcun diritto. Gli editori sono alla continua ricerca di voci nuove e commerciabili, ogni volta che ne scoprono una sono ben felici di metterla in risalto con tutti i mezzi di cui dispongono.
Se queste parole non fossero riuscite a dissolvere le vostre incertezze, sappiate comunque che già l’inoltro della mail costituirà una prova legale a vostro favore, in caso di plagio. Se volete stare ancora più sicuri, inviate il materiale tramite Pec.
Un altro escamotage è quello di spedire a se stessi il dattiloscritto tramite raccomandata. Una volta ricevuto il pacco, non apritelo. Il timbro postale costituirà una prova inconfutabile con tanto di data precedente all’edizione truffaldina in evidenza.
(Pensierino della notte: devo scrivere tanto, ogni giorno, e leggere molto di più. Pensierino del giorno: non basta avere ispirazione, creatività e talento: per scrivere bene servono anche disciplina, determinazione e allenamento.)
Siamo una casa editrice NON A PAGAMENTO, perciò investiamo i nostri soldi, lavoro e competenze solo per pubblicare libri di cui ci innamoriamo. Se siete degli scrittori meravigliosi, potete inviare i vostri testi, in formato word o pdf, a pubblicazione@popedizioni.it Ma prima rileggeteli, valutateli e correggeteli con onestà, generosità e rigore. E ricordate che i refusi non sono una disattenzione, sono una perversione. Grazie.

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