Come recita un vecchio detto popolare, conta di più la buona amicizia della perizia.
Ovvero: inutile stare a perdere tempo ad acquisire professionalità e competenze se non conosci le persone giuste.
Non serve a niente studiare, impegnarsi, diventare bravi e meritevoli se non si è raccomandati. Al massimo si diventa fantasmi di qualità per mansioni poco importanti.
Ma è davvero così? Oggi vanno avanti solo i raccomandati?
È a questo che pensavo l’altra sera mentre guardavo scorrere sullo schermo i crediti di un bruttissimo film, pluri-recensito e pubblicizzato, finanziato con soldi di enti pubblici e privati.
Mi domandavo: ma per ricevere tutti questi fondi (soldoni a pioggia), chi diamine conosci personalmente, il Presidente dei Presidenti? Il Re del mare?
Ma forse l’unica domanda che bisognerebbe farsi a proposito di raccomandati è: quanto dura l’inganno? Per quanto tempo si riesce a far finta di essere bravi?
(E basta con questi film in cui sanguinari mafiosi e camorristi vengono dipinti come coltissimi eroi, saggi e un po’ taciturni… Non se ne può più.)