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Il 2021 non è solo l’anno dell’affossamento del Ddl Zan, ma è anche l’anno in cui viene eletta la prima consigliera transgender nel comune di Milano, Monica Romano.
Con quasi mille preferenze, l’attivista è entrata a far parte del Consiglio comunale ed è determinata a portare alta la bandiera della comunità LGBTQ+: “Dedico la mia vittoria a tutte le donne transgender uccise per odio, il mio impegno in Consiglio sarà contro ogni tipo di violenza e discriminazione”.
Monica Romano è nata a Milano, ha 42 anni ed è laureata in Scienze Politiche.
Nel 2006 lo Stato italiano, con sentenza del tribunale, le riconosce legalmente il nome di Monica. Del nome maschile che le è stato assegnato alla nascita, lei decide di conservare a livello informale la sola iniziale “J”, per tributare memoria, affetto e testimonianza ai primi diciannove anni della sua vita.
In un’intervista realizzata da “Fanpage” Monica racconta di aver iniziato il suo percorso di attivismo e militanza nel 1998, in un’Italia che era ancora estremamente discriminatoria nei confronti delle persone transgender e non binarie. E ha dichiarato di aver ricevuto, durante la campagna elettorale, insulti e minacce su Internet. Ma ciò che si consumava nel Web non ha trovato riscontro nella vita reale: fra la gente, nelle strade e nelle piazze, non le è capitato nulla di davvero spiacevole.
Tra i suoi obiettivi più importanti c’è la lotta a quelle iniziative simboliche che gli attivisti chiamano “rainbow washing”, cioè l’attività di marketing “gay-friendly”, che molte aziende portano avanti al solo scopo di aumentare le vendite dei loro prodotti.
Ѐ bello vedere come le parole di Simone De Beauvoir, celebre scrittrice e femminista francese del Novecento, trovino finalmente un volto: “Donne non si nasce, si diventa”.
(Sara C.)

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