Fare shopping appartiene a quella categoria di attività schizofreniche che possono risultare entusiasmanti e frustranti con la stessa intensità (come il sesso: a volte è fantastico, a volte è avvilente; con qualcuno ci si strappa i vestiti di dosso, con altri si fa a luce spenta).
Ma in quanto a sensazioni paranoidi e altalenanti lo shopping non ha rivali. È sufficiente fermarsi a guardare una vetrina perché il cervello inizi a funzionare a singhiozzo: è perfetto, mi starà malissimo, chiedo una 42 o una 46, è un affarone, costa davvero troppo, aspetto di dimagrire e poi ripasso, va bene entro.
Ed è in quel momento che accade l’imponderabile.
So che è capitato a chiunque: avete acquistato qualcosa che miracolosamente cadeva a pennello, e neanche il tempo di estrarlo dal sacchetto che vi sta malissimo. Nello specchio del negozio pareva tagliato su misura e nello specchio di casa pare tagliato da un demonio presbite.
Escludendo che il nostro corpo possa deformarsi a comando (per esempio prima e dopo aver estratto il portafogli), non resta che una spiegazione: è il nostro sguardo che si deforma a comando.
A seconda dell’umore ciò che vediamo cambia drasticamente, fino a raggiungere effetti paradossali: io riesco a sentirmi esageratamente magra o irrimediabilmente grassa nell’arco di mezza giornata. E ci sono mattine in cui potrei giurare di essere più bassa della sera prima. Sorvolo su quanto il mio viso possa apparirmi grazioso e agghiacciante in una manciata di secondi.
Ricovero forzato subito?
Non serve, mi conosco abbastanza da poter sorridere di questi goffi attacchi alla mia autostima.
Perché perdiamo tempo a squadrarci e svilirci come se fossimo quarti di manzo e non magnifiche creature?
Perché abbiamo troppa fantasia. E se inventiamo una bugia è quasi sempre per danneggiarci. Per sabotarci. Per sentirci in colpa. Per dare credito a chi ci disprezza.
Per esperienza, so che i miei occhi mi rendono brutta quando sono in difficoltà: quando dovrei essere forte e non voglio. Quando dovrei schierarmi con coraggio e invece ho paura.
Mi imbruttiscono per indebolirmi.
Ormai lo so, perciò mi bastano tre respiri profondi, un sorriso e rinsavisco.
(Francesca C.)