Ognuno di noi è perseguitato da una serie di bonarie manie, con cui è costretto a convivere.
Tra queste, una in particolare mi assilla: sono convinta che guardare troppa televisione porti a una forma precoce di demenza.
Perciò, quando la guardo, lo faccio con un fastidioso senso di colpa che mi obbliga a un continuo slalom tra i canali per limitare i danni.
Ed è così che mi sono imbattuta nel programma “La Pupa e il Secchione”.
Già dal titolo non servono spiegazioni per questo reality in cui ragazze e ragazzi bellissimi sono obbligati a convivere con sgraziati eruditi, sopportando a vicenda l’ignoranza degli uni e la bruttezza degli altri.
A completare il tutto, tre giudici poco dotti, una sgamata conduttrice e tante prove da superare per rimanere in gara.
E giù risate a crepapelle. Perché le domande di cultura generale, a cui nessuno dei pupi sa rispondere, spaziano dalle tabelline (quanto fa tre per due) alla geografia (che cos’è un continente), tra gli irrefrenabili sghignazzi degli astanti, che si sganasciano dalle risate sulla loro poltroncina.
La sagra del qualunquismo: se sei bella non puoi essere intelligente; se sei intelligente non puoi essere che brutto.
Ma in questa edizione, affidata a una vecchia volpe della tv, niente è come sembra, perché alcuni dei partecipanti sono addirittura finti secchioni (belli travestiti da brutti), così da poter dimostrare nell’ultima puntata che un buon taglio di capelli, un trucco sapiente e abiti adatti possono trasformare qualunque anatroccolo in un cafonissimo cigno.
Lo so, in queste trasmissioni è tutto finto (compresa la smodata ignoranza, mi auguro).
La domanda però è: che cosa c’è da ridere?
Da quando l’ignoranza più estrema, quella assoluta, è così divertente?
Purtroppo da sempre.
Perché l’unica arma che hanno per tenerci a testa bassa è la nostra ignoranza.
Quel che ci rende pecorelle da manipolare è proprio la mancanza di conoscenza, di esperienza cognitiva.
Ecco perché ci rimpinzano di trasmissioni in cui essere ignoranti è un vezzo, se non un vanto, un tratto distintivo e naturale, del tutto legittimo e innocuo, che ci rende più simpatici.
E invece siamo solo più indifesi.
(Sonia F.)