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Come ogni domenica, vi presentiamo un brano tratto dalla nostra pagina FB e IG “Donne non facciamolo in Rete”, nata per tutelare le donne dai pericoli del web.
Ci sono storie che nonostante il lieto fine lasciano l’amaro in bocca, come quella di Silvia De Giorgi.
Silvia è vittima di un marito violento, che non risparmia né lei né i suoi figli.
La donna spera che la giustizia italiana possa difenderla, invece no: otto denunce cadono nel vuoto.
Silvia non viene creduta da chi raccoglie le sue denunce e si sente giudicata persino dai servizi sociali, che dopo aver scoperto le violenze dell’uomo sui figli la fanno sentire una madre inadeguata e incapace di proteggerli.
Ma contrariamente a quanto avrebbero fatto molte persone al suo posto, e cioè scoraggiarsi e rassegnarsi a subire le violenze, Silvia non ci sta e con il suo avvocato presenta istanza direttamente a Strasburgo, alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
Dopo un lungo iter giudiziario, la Corte le dà ragione: lo Stato italiano avrebbe dovuto proteggere sia lei sia i suoi figli, mentre il modo in cui l’autorità l’ha trattata, l’eccessiva durata dell’istruttoria e l’incapacità di condurre un’indagine efficace sulle accuse presentate, hanno creato una situazione di impunità per il marito.
Perciò la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha condannato l’Italia a risarcire Silvia con 10mila euro, più le spese legali.
Giustizia è fatta.
Sì, ma quale giustizia?
Quella contro cui ha dovuto combattere Silvia?
La sua vittoria in realtà è la sconfitta di un intero Paese.
Una nazione incapace di difendere le vittime di violenza, che guarda con sospetto chi subisce, come se le botte e i soprusi fossero in qualche modo meritati, e che non garantisce affatto l’incolumità di chi chiede aiuto alle istituzioni denunciando.
Sì, denunciare è sempre la soluzione migliore, non ci stancheremo mai di ripeterlo. Ma umiliazioni e sospetti come nel caso di Silvia sono ancora all’ordine del giorno, e infatti in Italia nei primi sei mesi del 2022 ci sono stati oltre quaranta femminicidi.
Quanti, tra questi, sono frutto di denunce inascoltate?
(Sonia F.)

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