Come ogni domenica, vi presentiamo un brano tratto dalla nostra pagina FB e IG “Donne non facciamolo in Rete”, nata per tutelare le donne dai pericoli del web.
Più volte, in questa rubrica, abbiamo parlato di femminicidi, un tema purtroppo sempre attuale, ponendo ovviamente l’attenzione sulle donne che ne sono state vittime.
Ma quando si uccide una donna sono sempre coinvolte altre vittime, considerate indirette, di cui non si parla quasi mai.
Sono tutti coloro che restano, coloro che sopravvivono a quella donna: i figli, i genitori, i fratelli e chiunque provasse amore per lei.
Perdere una persona cara per volontà di un assassino è qualcosa di talmente doloroso da non essere neppure concepibile.
Ma perdere una madre in modo così violento e innaturale è disumano.
I figli delle vittime di femminicidio vengono definiti “orfani di crimini domestici”, perché spesso a uccidere una madre è il marito, il compagno, il padre di quegli stessi figli.
Bambini che all’improvviso si ritrovano senza madre né padre, affidati alle cure di nonni o parenti che a loro volta devono fronteggiare il dolore per la perdita di una figlia o di una sorella, cercando però di garantire anche un minimo di serenità a questi bambini. Quella serenità e sicurezza che qualunque famiglia merita.
“All’inizio non sapevo cosa fare per seguire due bambine così piccole. Non ho ancora elaborato il lutto per la perdita di mia figlia, ma ancora più difficile è stato prendere consapevolezza del fatto che le sue bambine non l’avrebbero più rivista e penso che questo sia l’aspetto più doloroso e sottovalutato del femminicidio” ha dichiarato la madre di una vittima.
Impossibile stabilire quanti siano in Italia gli orfani da femminicidio, poiché non esiste un registro nazionale. Il nostro Paese, però, è l’unico in Europa ad avere una legge che prevede aiuti e tutele statali per loro.
Rimane da capire quanto la burocrazia saprà ostacolarli. Perché se è vero che niente potrà colmare il dolore e il trauma di un omicidio e del dover crescere senza madre, è altrettanto vero che sarebbe vergognoso non tutelare adeguatamente questi figli.
(Sonia F.)