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Come ogni domenica, vi presentiamo un brano tratto dalla nostra pagina FB e IG “Donne non facciamolo in Rete”, nata per tutelare le donne dai pericoli del web.
Nelle scorse settimane è scoppiato uno scandalo, quando alcune giovani atlete di ginnastica ritmica hanno rivelato le privazioni inflitte dagli allenatori durante i molti anni necessari a raggiungere livelli di eccellenza.
Insulti ricevuti quando aumentavano di peso e regimi alimentari che spesso si riducevano a una tazza di tè, una mela e un purgante.
In questa vicenda due madri hanno sporto subito denuncia, ma quanti genitori non solo accettano, ma in molti casi favoriscono umiliazioni e vessazioni nella speranza che il proprio figlio diventi un campione ricco e acclamato?
C’è un video che sta circolando in Rete, ripreso anche dalla stampa nazionale, in cui si vede in un campo da tennis di Belgrado un allenatore che prende a sberle e calci una tennista di appena 14 anni. La trascina afferrandola dai capelli, la colpisce più e più volte anche quando è rannicchiata a terra.
Per una prestazione sportiva scadente.
Le immagini sono agghiaccianti. E ancora più agghiacciante è sapere che quell’allenatore è il padre della ragazzina.
Lo sport a livello agonistico è disciplina durissima e privazione, è rispetto delle regole e fiducia incrollabile in chi conduce l’allenamento. Ma se a condurre è una persona frustrata e violenta, ossessiva e aggressiva, come può un atleta adolescente difendersi?
Guardando quelle immagini ho provato disgusto e rabbia per quell’adulto glaciale, impassibile persino durante le percosse, mentre la ragazzina si lasciava picchiare senza un lamento, senza tentare la minima ribellione.
E senza piangere.
Sì, certo, l’uomo è stato arrestato, perché casualmente qualcuno ha girato un filmato e ha chiamato la polizia.
Ma quell’uomo tornerà a casa, prima o poi. E ricominceranno gli allenamenti, e le botte.
Se qualcuno ti aggredisce e non puoi chiamare il tuo papà affinché ti difenda, che cosa ti resta?
Che sfiducia proverai nei confronti degli adulti?
Che persona diventerai, crescendo?
(Sonia S.)

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