160

Come ogni domenica, vi presentiamo un brano tratto dalla nostra pagina FB e IG “Donne non facciamolo in Rete”, nata per tutelare le donne dai pericoli del web.
C’è una donna straordinaria, una grande sportiva, una lottatrice nella vita e sul tatami, una judoka pluripremiata, che riesce a fare egregiamente anche la madre e la moglie.
Una donna che non vede e non sente.
Sto parlando di Matilde Lauria, una cinquantenne napoletana che da trent’anni è affetta da una gravissima degenerazione neurale che l’ha portata a perdere la vista da un occhio, poi da entrambi, infine anche l’udito.
Ma a quanto pare Matilde non è mai stata una di quelle persone portate a demordere, anzi, l’esatto contrario.
In una piccola palestra della sua città ha scovato un maestro di judo disposto ad allenarla e sostenerla, ha trovato assistenti sociali e associazioni come Il Filo d’Oro a supportarla, ma soprattutto ha usato tutta la forza presente in ogni fibra del suo corpo per gareggiare, riscuotendo di volta in volta grandi successi: Paralimpiadi di Tokyo, Grand Prix del Kazakistan, medaglie e trofei nazionali e internazionali, fino al bronzo conseguito ai Mondiali di Baku.
C’è da aggiungere che Matilde è l’unica della sua categoria a partecipare con disabilità tanto menomanti per un’arte marziale di questo tipo.
“È un fenomeno!” sintetizza giustamente il suo allenatore e preparatore atletico Gennaro Muscariello. Come dargli torto?
Sarebbe facile dire che la campionessa Matilde Lauria rappresenta per chiunque uno sprone a non buttarsi giù e continuare a combattere nonostante le enormi difficoltà che a volte la vita impone.
Ma diciamoci la verità: in questo mondo esistono persone con una marcia in più, di fronte a cui non resta altro che un’infinita ammirazione.
(Stefania S.)

Lascia un commento

Condividi:

Gli ultimi POST

Le rubriche

Mondo Pop
Donne
come noi
La bottega
delle parole
Parola
d'autore
A voce
alta

Resta aggiornato

Instagram feed