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Come ogni domenica, vi presentiamo un brano tratto dalla nostra pagina FB e IG @donnenonfacciamoloinrete , nata per tutelare le donne dai pericoli del web.
Mahbouba Seraj è una donna granitica, un esempio per tutte noi, per quanto difficilmente raggiungibile.
Mahbouba ha 75 anni ed è figlia del re Amanullah Khan, un sovrano illuminato, che si spese molto per l’emancipazione femminile.
Sono diventate celebri le foto degli anni ’60, scattate durante il suo regno, che immortalano le donne afgane in minigonna a spasso per Kabul.
Questo avveniva prima della rivoluzione, prima della repubblica, prima della guerra contro i Russi, prima dell’avvento al potere del regime talebano.
È da allora che Mahbouba sogna di ritornare a un Afghanistan in cui le donne siano libere di circolare in piena libertà. È per questo che ha fondato e dirige l’“Afghan Women’s Network”: nel doppio significato di rete sociale e di Rete telematica.
La rete sociale si crea nel quotidiano incontro tra le donne impegnate nella causa lì sul territorio, il collegamento digitale serve invece a mantenere il contatto con chi si sia rifugiato al di fuori dei confini afgani.
Mahbouba Seraj no. Lei è rimasta a Kabul, nonostante il passaporto statunitense, a combattere sul campo ogni giorno, per il miglioramento generale del tenore di vita e per i diritti delle donne.
È rimasta in un paese dove ogni donna può studiare solo fino ai 12 anni, non può lavorare né fare sport, e neppure passeggiare. Ed è costretta a indossare il burqa.
Per quanto difficile, Mahbouba continua a tentare la via del dialogo con i talebani.
La sua recente candidatura al Nobel per la Pace è una notizia bellissima, che scalda il cuore.
Che lo vinca o meno, servirà comunque a far conoscere meglio questa coraggiosa paladina e a sensibilizzare l’Occidente sulle sue battaglie civili.
(Francesca C.)

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