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Se dovessi trovare una definizione di momento difficile direi: questo qui. Il mondo si è capovolto, la vita, così come l’abbiamo sempre conosciuta, si è svuotata di persone e rumori. Gli unici suoni che provengono dalla strada sono le sirene delle autombulanze e la voce nell’altoparlante che raccomanda di stare a casa. Io non esco e passo la giornata a pensare alle cose bellissime che potrei fare, invece di starmene qui senza fare niente: scrivere una canzone, dipingere un quadro, inventare una filastrocca da inviare agli amici lontani, indossare vecchi vestiti per scoprire se sono cambiata. Mi manchi tanto, e ogni giorno mi domando per quale motivo non siamo andati a vivere insieme. Intendo prima di adesso, quando avremmo potuto farlo. Penso a tutte le serate che abbiamo passato in giro per locali, invece di restarcene al caldo sotto le lenzuola. Penso a tutti i posti che avremmo potuto visitare, invece di perdere quel tempo a litigare. Io volevo, tu volevi e adesso non ci possiamo neppure toccare. Lo so, me lo ripeti in continuazione, ora che ognuno è confinato nella propria casa il modo più semplice per sentirsi vicini è registrare un filmato intimo per condividere il corpo e quelle sensazioni speciali. Poi magari ci facciamo due risate, quando lo riguardiamo. Oppure il giorno dopo mi mangio le mani. Perché il silenzio e la noia abbassano la soglia del rischio in queste giornate sempre uguali, ma prima o poi finiranno e cosa mi racconto? Che non lo volevo fare? Io preferisco continuare ad amarti, esattamente come oggi, e non considerarti un pericolo se un giorno non ci ameremo più. Perciò ti mando una foto: preferisci il viso o il resto? Perché tutto insieme no. Ma prima riordino l’armadio e poi do una passata ai vetri, non me n’ero mai accorta, sai, ma mi piace da pazzi poter guardare fuori, verso il cielo.

@donnenonfateloinrete

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