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Come ogni domenica, vi presentiamo un brano tratto dalla nostra pagina FB e IG @DonnenonfacciamoloinRete, nata per tutelare le donne e i minori dai pericoli del web.
“Se avesse preparato il sugo della domenica…”
“Non basta togliere la patente alle donne, adesso pure a piedi fanno danni.”
“Tornatene in cucina. Non è lavoro per te.”
“Succede quando le donne, invece di occuparsi di moda e trucco, si inventano guardalinee.”
Questi sono solo alcuni dei commenti sessisti vomitati sui social alla notizia dell’infortunio di Guadalupe Porras Ayuso, assistente di linea impegnata nella partita Betis-Athletic, che si è ferita al volto dopo lo scontro con un cameraman che si era avvicinato troppo al campo.
Siamo stufe di sentire queste schifezze. Anche perché ce le ripetono da sempre.
Quando facciamo lavori di fatica: “Scansati che ti spezzi un’unghia”.
Quando commentiamo una gara di ciclismo: “Cosa ne volete sapere voi donne”.
Quando ci offriamo di guidare: “Alè, si fa l’incidente!”.
Per la vicenda Ayuso, il premio sessismo l’ha vinto Paolo Auricchia, preside del liceo Viesseux di Imperia, che ha commentato l’infortunio così: “Se fosse stata in cucina a preparare tagliatelle (cosa degnissima, che con ogni probabilità non sa fare), non si sarebbe fatta male”.
Gli studenti sono insorti mostrando cartelli con scritto “Non vogliamo tagliatelle al gusto di maschilismo” e chiedendo le dimissioni del preside.
E lui ha pensato bene di scavarsi una fossa ancora più profonda aggiungendo: “La gente non ammette che altri possano avere opinioni diverse da quelle di tendenza. È il libero pensiero”.
Evidentemente tutti i discorsi fatti dopo l’omicidio di Giulia Cecchettin sono evaporati come acqua al sole e il cambio culturale tarda ad arrivare.
La cucina è l’unico posto che alcuni uomini vorrebbero per noi.
Be’, vi diamo una notizia: continueremo a essere avvocate, presidenti, dottoresse, calciatrici. E sì, anche arbitre. Che vi piaccia o no.
(Francesca C.)

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