Come ogni domenica, vi presentiamo un brano tratto dalla nostra pagina FB e IG @DonnenonfacciamoloinRete, nata per tutelare le donne e i minori dai pericoli del web.
Stamattina mi sono svegliata di buon’ora e mi sono chiesta: che succede di bello nella mia adorata Italia?
Succede che mentre gli eurodeputati approvano la richiesta di modifica della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, per inserire l’aborto come diritto fondamentale, il governo italiano dichiara che la Legge 194 non è mai stata applicata in modo corretto.
Perciò infila un emendamento nel decreto legge del Pnrr affinché le regioni possano organizzare i servizi dei consultori coinvolgendo “soggetti del Terzo settore”.
Quali soggetti?
Ovvio: “quelli che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità”.
Traduco: fanno sì che le associazioni pro-life (ovvero antiabortiste) entrino nelle strutture dove le donne avviano la pratica per l’interruzione di gravidanza, con il preciso obiettivo di instillare senso di colpa e vergogna e convincere le donne a non abortire.
Nel nostro Paese il diritto all’aborto è già sotto attacco: le donne spesso devono viaggiare fuori provincia o addirittura fuori regione per poter interrompere la gravidanza.
E mentre altri Paesi inseriscono il diritto all’aborto nella Costituzione (per esempio la Francia), l’Italia fa un altro passo indietro. L’ennesima offesa ai diritti della donna e alla sua autodeterminazione.
Per fortuna c’è l’Unione Europea.
In passato l’UE aveva già rimproverato l’Italia per la quantità di obiettori di coscienza che rende difficile alle donne accedere alla pratica; ora ha bocciato la mossa del governo italiano perché le “misure inserite nel decreto non hanno alcun legame con il Pnrr”.
L’aborto è la soppressione di una forma di vita, è vero, ma la volontà della donna prevale perché il corpo è suo ed è sua la scelta.
Costringerla a una gestazione è il pilastro su cui si è retto il patriarcato per secoli, e soltanto la contraccezione e il diritto di abortire in sicurezza lo hanno scardinato.
Non saremo mai disposte a tornare indietro sui nostri diritti e libertà. Perciò rassegnatevi.
(Sara D.)