Come ogni domenica, vi presentiamo un brano tratto dalla nostra pagina FB e IG @DonnenonfacciamoloinRete, nata per tutelare le donne e i minori dai pericoli del web.
Anche se il welfare è insufficiente, mancano i servizi per i bambini e il lavoro è precario, le ragioni per cui si sceglie di non diventare genitori spesso sono altre.
Molti dei miei amici 30enni non vogliono cambiare le loro abitudini di vita per fare spazio a un bebè. Per loro la procreazione non è più un imperativo biologico e sociale.
Nel 2023 in Italia sono nati solo 379mila bambini, e un’inchiesta condotta su 7mila donne tra i 18 e i 34 anni ha mostrato che il 21% non vuole figli e il 29% è “debolmente interessata” alla maternità. Quindi il 50% delle donne potrebbe decidere di non avere mai figli.
Sempre più donne rivendicano il diritto di dimostrare che l’identità femminile non coincide con la maternità.
Le nuove generazioni non vogliono sentirsi obbligate a fare figli, e le campagne sulla natalità rischiano di avere l’effetto opposto.
Chi desidera averne vorrebbe vederli crescere in condizioni di benessere e sicurezza, ma questo non è sempre possibile. Spesso è difficile ottenere un lavoro stabile e comprare una casa adeguata.
E chi ha già un figlio (soprattutto le donne) fatica perché mancano i servizi per l’infanzia e non riesce a conciliare lavoro e famiglia, quindi decide di rinunciare a un secondo figlio.
Di sicuro il contesto globale, con la crisi climatica e le minacce di guerre nucleari, non invoglia le nuove generazioni.
Tuttavia, molte delle conversazioni avute con amici childfree mi hanno fatto capire che la loro decisione deriva da una convinzione personale: non sentono il bisogno di avere figli, e farlo per forza è insensato.
Che male c’è? Nessuno.
Forse è più grave fare figli senza aver valutato se si è in grado di crescerli, sia economicamente che psicologicamente ed emotivamente.
E di coppie che fanno questo sbaglio ce n’è a bizzeffe.
Chi ne pagherà le spese?
(Stefania S.)