Come ogni domenica, vi presentiamo un brano tratto dalla nostra pagina FB e IG @DonnenonfacciamoloinRete, nata per tutelare le donne e i minori dai pericoli del web.
Qualche settimana fa, sull’isola d’Ischia, una giovane donna di appena 32 anni è stata lasciata morire dal suo compagno dopo ore di agonia in una scarpata.
Lei, dopo essere caduta per un paio di metri, ha provato a telefonargli più volte, gli ha inviato 15 sms implorandolo di salvarla: “Per favore perdonami. Per favore aiutami”.
Non c’è stato nulla da fare, le sue suppliche non sono servite a smuovere l’uomo, che si è limitato a denunciarne la scomparsa quando era già morta.
Dalle indagini risulta che lui si sia recato fino alla scarpata per dirle: “Stanotte dormi qui”. Perché era geloso, perché era abituato a dominarla.
Non so immaginare la disperazione, la rabbia, il terrore di morire e la speranza che si affievoliva dentro di lei ora dopo ora.
Perché di certo Marta avrà sperato di salvarsi e avrà sperato nell’aiuto di quell’uomo che la picchiava, ma che nelle fotografie sui social l’abbracciava e sorrideva come sorridono alcuni uomini: senza scomporsi.
Sembravano felici in foto, lei rannicchiata contro di lui.
L’uomo è stato arrestato, Marta è diventata un altro nome sulla lunga lista della violenza maschile.
Però ogni tanto, in mezzo a queste notizie orribili, capita di intravedere un barlume di speranza.
Un giovane uomo di Pordenone, dopo aver assistito a un incontro pubblico del centro anti-violenza L’istrice, si è riconosciuto nelle testimonianze di quelle donne maltrattate e in quei racconti di sopraffazione e ha chiesto aiuto: “Non voglio finire come Filippo Turetta, non voglio uccidere la mia compagna”.
Nel 2023 il centro L’istrice ha aiutato 80 uomini a rischio di femminicidio, perlopiù mandati lì dai tribunali, in seguito a denunce.
Però qualcuno, soprattutto se giovane, ci arriva da solo a chiedere aiuto, senza sentenze del Tribunale, e prima che sia troppo tardi.
“Sono un violento, ho bisogno di aiuto” è la frase chiave per riuscire a contrastare la violenza, per fermare la condanna a morte di una donna e cambiare un destino di repressione e ingiustizia.
(Sara D.)