Come ogni domenica, vi presentiamo un brano tratto dalla nostra pagina FB e IG @DonnenonfacciamoloinRete, nata per tutelare le donne e i minori dai pericoli del web.
È da qualche anno che si è iniziato a parlare del peggioramento della salute mentale degli adolescenti per l’uso dei social, che li paralizzano fin da bambini in una vita sedentaria priva di stimoli e rischi fisici, fondamentali per la crescita di ogni persona.
Ansia, depressione e stress sono aumentati in parallelo alla popolarità di Facebook e della fotocamera frontale degli smartphone. È un fenomeno che riguarda tutta la sfera europea e anglofona, e una caratteristica che accomuna un’area tanto vasta è proprio l’utilizzo dei social media.
E se è certo che i social contribuiscono alla privazione del sonno con effetti gravissimi su memoria, concentrazione e irritabilità, vari studi hanno anche rilevato che le più colpite sono le ragazze.
A chi obietta che sono disturbi causati dalla precaria situazione economica, i dati ribattono che sono le giovani di ceto alto ad avere più ansia.
Studi specifici hanno scoperto che l’uso dei social non è solo associato, ma è esso stesso causa di autolesionismo, fenomeno in crescita da quando i social network dettano legge.
Le ragazze sembrerebbero più colpite anche perché maggiormente vulnerabili alle tematiche sul corpo e sull’estetica – argomenti centrali sui social, che pullulano di stereotipi, filtri e chirurgia.
Altri studi ci dicono che le ragazze, rispetto ai maschi, sono più violente online: pettegolezzi e danni reputazionali aumentano l’ansia della gogna al minimo errore.
Dalle ricerche, inoltre, è emerso un dato interessante: i paesi con un tasso di individualismo inferiore riducono gli effetti negativi dei social, perché offrono ai giovani una rete di relazioni solide che li proteggono nel mondo reale.
Altre soluzioni?
Non dare l’accesso social ai bambini, non permetterne l’utilizzo nelle scuole ed essere più diffidenti riguardo al mondo digitale rispetto a quello materiale.
I social subiranno forse lo stesso destino di certe droghe o del fumo di sigaretta: abbiamo impiegato troppo tempo per capirne i danni.
(Sonia F.)