Come ogni domenica, vi presentiamo un brano tratto dalla nostra pagina FB e IG @DonnenonfacciamoloinRete, nata per tutelare le donne e i minori dai pericoli del web.
Con l’avvicinarsi della fine dell’anno è arrivato il tempo di fare qualche bilancio.
Qualche sera fa, a una cena, ho avuto una discussione con un conoscente. Lui sosteneva che la parità salariale è un fatto ormai assodato e io, incredula, gli ho chiesto quale fosse la fonte di simili idee balzane.
Ovviamente non ha saputo rispondere, e una volta tornata a casa mi sono messa a spulciare la Rete in cerca di dati.
Ecco cosa ho trovato: non sorprenderà sapere che il gap salariale non l’abbiamo debellato nemmeno nel 2024. Non solo non l’abbiamo debellato: non ci siamo andati nemmeno vicino.
Il divario, stando al Rendiconto Inps, si attesta a più del 28%, con le retribuzioni medie settimanali e lorde pari a 643 euro per gli uomini, contro i 501 euro delle donne.
Il gap salariale di genere non risparmia nessuna anagrafica: pure tra i lavoratori extracomunitari, che in media percepiscono molto meno dei comunitari, le donne prendono circa 309 euro a settimana contro i 432 degli uomini.
Lavorate nel settore privato? Sappiate che in media i vostri colleghi maschi prendono il 34,5% in più di voi (se vogliamo renderlo più tangibile eccovi i valori monetari: stiamo parlando di una retribuzione media giornaliera di 77 euro per le donne e di 104 euro per gli uomini).
Uno degli ambiti lavorativi più iniqui è quello immobiliare, dove una donna prende in media il 68% in meno dei colleghi.
C’è un unico settore dove le donne guadagnano leggermente di più degli uomini. Sapete quale?
L’estrattivo. Le donne che lavorano nelle cave e nelle miniere non vengono discriminate come tutte le altre.
Leggendo questi dati, in testa mi risuonava un’allegra musica da circo. Sembra uno scherzo di cattivo gusto e invece no, è l’Italia.
(Sara D.)