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Come ogni domenica, vi presentiamo un brano tratto dalla nostra pagina FB e IG @DonnenonfacciamoloinRete, nata per tutelare le donne e i minori dai pericoli del web.
Quante volte abbiamo parlato di educazione emotiva dei maschi?
Avere un figlio, in un Paese devastato dai femminicidi, è una grande responsabilità per noi madri.
Ma come bisogna comportarsi, all’atto pratico, per insegnare ai bambini a rispettare le donne?
Per prima cosa liberiamoci da quella mentalità orrenda che vorrebbe i maschi come persone granitiche e senza emozioni: dovremmo insegnare ai nostri figli che è naturale piangere, è naturale sentirsi tristi, confusi, arrabbiati, delusi.
Dovremmo aiutarli a individuare tutte le diverse sfumature delle emozioni, contro quella tendenza patriarcale che spinge a esprimere ogni pulsione negativa sotto forma di rabbia.
Bisognerebbe incoraggiarli a fare amicizia con le bambine, a difendere qualunque vittima di bullismo, così che un giorno possano crescere come uomini affidabili, forti e affettuosi.
E noi adulti, che cosa dovremmo cambiare?
Forse dovremmo smettere di far credere ai bambini che esistano giochi da maschi e giochi da femmina, ed essere ben contenti di accontentare nostro figlio se chiede a Babbo Natale la cucina delle bambole.
Stesso discorso vale per le domande sul futuro: se a “Cosa vuoi fare da grande?” nostro figlio risponde il maestro o l’infermiere non dovremmo commentare con frasi del tipo: “Ma quello è un lavoro da femmina!”.
E vogliamo parlare dei colori? Fino a quando il rosa dovrà essere confinato alla sfera femminile? È un colore, non ha un genere, siamo noi che glielo abbiamo affibbiato.
Tuo figlio vuole una maglietta rosa? Perché no? Oltretutto, fino al Settecento, il rosa era il colore assegnato alla virilità.
Bisognerebbe ripensare da capo a tutta la questione del rispetto.
Il femminismo vuole abbattere una società divisa e confinata nelle sue etichette. Perciò bisogna insegnare ai nostri figli ad avere rispetto per ogni altra persona, a prescindere da genere, colore e classe sociale.
(Stefania S.)

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