Come ogni domenica, vi presentiamo un brano tratto dalla nostra pagina FB e IG @DonnenonfacciamoloinRete, nata per tutelare le donne e i minori dai pericoli del web.
Anche voi avete figli piccoli che riempiono le vostre giornate di amore ma anche di tanta, tanta stanchezza?
Anche i vostri partner hanno potuto assentarsi solo pochi giorni dal lavoro per poi lasciare a voi il compito di occuparvi di tutto?
Beh, sappiate che le cose non cambieranno nemmeno nel 2025.
Nella nuova legge di bilancio non c’è traccia di un ampliamento del congedo di paternità.
Per chi non lo sapesse, l’Italia è uno dei paesi europei con il divario più ampio tra congedo di maternità e di paternità.
Al momento, le donne possono usufruire di 16 settimane retribuite all’80% dello stipendio, mentre gli uomini beneficiano di soli 10 giorni retribuiti al 100%, e la situazione non cambia da anni.
Questo, inevitabilmente, crea una condizione in cui gli uomini non hanno modo di passare più tempo a casa e costruire un solido legame con i figli appena nati, e le donne devono sobbarcarsi tutto il peso della famiglia da sole, anche se la scelta di fare un figlio è qualcosa che la coppia fa insieme, e insieme dovrebbe poter affrontare.
Oltretutto, il carico familiare porta troppe donne a presentare le dimissioni dal lavoro, motivandole con la difficile conciliazione tra i due ambiti (parliamo del 63,3% sul totale delle dimissioni volontarie).
Tutto questo avviene nonostante il tasso di utilizzo del congedo di paternità sia in vertiginoso aumento a partire dal 2013.
Giorgia Meloni, fino a qualche anno fa, si era detta favorevole all’iniziativa, ma a quanto pare la questione è diventata secondaria, tanto che, durante la discussione della legge di bilancio in Parlamento, il governo non ha nemmeno voluto mettere al voto gli emendamenti sul congedo di paternità.
Quanti anni dovranno passare ancora, prima di raggiungere la parità?
Intanto, a rimetterci sono sempre le donne.
(Sonia F.)