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#donnecomenoi

 

“Non farti ingannare!” Me lo devo immaginare così: un coro di Cenerentole e Fate Madrine – capelli scarmigliati e vestiti in disordine – che parlano concitate una sull’altra, un gran vociare per darmi l’annuncio del secolo: “Non finisce così! Quello non era il finale, fai attenzione!” Me lo devo immaginare così, perché non posso accettare che le eroine della mia infanzia mi abbiano mentito. E ho dei seri dubbi sul concetto di “lieto fine”.
Sia chiaro, non ho nulla contro le fiabe della buonanotte: se serve a cullarti nel sonno, va benone. Come quando guardi una serie in tv. È la regola d’oro: prima di dormire solo storie che non lascino niente in sospeso. Lui si innamora di lei, lei si innamora di lui, la polizia arresta il colpevole. Altrimenti si sa già come va: ci spariamo una puntata dopo l’altra, fino alla fine della stagione, e si sono fatte le cinque e mezza del mattino. E non perché siamo insonni, ma per essere assolutamente sicure che tutto vada a finire bene.
È per questo, forse, che i bambini vogliono ascoltare una favola prima di dormire, per allontanare le paure irrazionali e ostinate che la notte porta con sé: chissà se domani ti avrò ancora al mio fianco, se sono stata abbastanza buona o sarò punita.
Ma, tolta la sua efficacia sedativa, il finale da fiaba è una truffa mondiale.
Primo: ci costringe a leggere una storia d’amore in termini di conquista. Non siamo prede, e gli uomini non sono trofei. Non c’è bisogno di mostrarci impeccabili, né di costringere un poveraccio a scalare una torre, ammazzare il drago e comprarci una villetta in campagna come prova d’amore.
Secondo: fidanzamenti e matrimoni non sono il finale, sono l’inizio. E quel che segue non sono giorni “e vissero felici e contenti”, ma un’altalena di vitali incomprensioni, passi falsi, allontanamenti, chiarimenti e ripartenze: ricominciamo-da-qui, amore mio.
Credere che, per questo, la relazione non funziona vuol dire cedere all’illusione dannosa e infantile dell’amore da fiaba. Nella realtà, amando ci assumiamo l’impegno di incontrare intimamente una persona, e di lasciarci conoscere per come siamo davvero. Ed è un lavoraccio. Altro che draghi e principi azzurri.

 

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