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Di cosa parliamo quando parliamo di sesso? Una maestra d’asilo può avere una vita sessuale? Le domande suonano paradossali, ma sono il cuore di alcune cronache di questi giorni.
La Maestra invia al fidanzato delle immagini e un video intimo, e lui pensa bene di condividerli con gli amici della squadra di calcio. La cosa – come il pallone che forse ingombra tutto il cervello del ragazzo – rimbalza, e quando arriva alle mamme e alla dirigente scolastica, le irreprensibili signore si fanno in quattro per evitare che lei denunci, per salvare “il buon nome della scuola”.
Le parole della dirigente alle colleghe, intercettate nell’inchiesta, hanno impressionato gli inquirenti: “Per favore ragazze, cercate di indurla a fare qualcosa di sbagliato: qualsiasi cosa succeda mi chiamate e io lo prendo come pretesto per mandarla via”.
Donne come noi pronte a far licenziare la collega, responsabile solo di una ingenuità che non possiamo più permetterci. Donne, come noi, che antepongono un perbenismo ipocrita a un’ingiustizia conclamata.
Urgono tante “educazioni”: al sesso felice, all’affettività, all’etica delle relazioni, all’uso consapevole delle nuove tecnologie, ma anche all’empatia e alla solidarietà femminile, insomma a tutto quello che nutre uno straccio di etica individuale.
Perché il diritto a risposte legislative efficaci contro il Revenge porn è essenziale, ma dobbiamo anche riflettere in prima persona sulla fragilità etica di uomini superficiali e di donne pronte a scagliarsi contro altre donne, o di ragazze educate all’esibizione di sé come forma di affermazione sociale e affettiva, che confondono la propria libertà con il divenire “merce” di scambio.
Possiamo anche rallegrarci che un arcinoto sito porno, denunciato dall’inchiesta del “New York Times” per la diffusione di immagini di abusi sessuali, anche su minori – caricati senza alcun consenso –, abbia rimosso i materiali incriminati. E da 13,5 milioni di clic si è passati a 4,7 nel giro di poche ore!
Ma la domanda, purtroppo, è: da cosa è alimentato l’immaginario erotico delle persone, se due terzi di quei filmati contengono violenza e abusi? Quando cominceremo a chiedercelo con onestà?

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