Negli anni mi è capitato di avere paura nei momenti meno opportuni, ossia quando avrei voluto aprirmi al mondo per poter cogliere le occasioni che la vita, di volta in volta, mi stava offrendo.
Perciò alcune opportunità mi sono scivolate tra le mani come sabbia, non riuscendo a trovare il coraggio di affrontarle. Colpa mia, certo, se si vuole considerare il proprio carattere una colpa e non un insieme di caratteristiche che riflettono la nostra essenza.
Io sono il mio carattere, che mi piaccia o meno, e non posso fingere di essere coraggiosa quando il timore di sbagliare mi rallenta il passo.
Ho bisogno di valutare, soppesare, immaginare le conseguenze di qualunque scelta, e quelle rare volte in cui mi lascio guidare dall’istinto mi ritrovo in situazioni che si rivelano deludenti, e a nulla servirà pentirmi di essere stata sconsiderata e ottimista, anziché prudente.
Tuttavia, devo ammettere che anche la prudenza non è una buona consigliera quando viene alimentata dalla paura e non da un sano istinto di protezione: mi impedisce di pensare correttamente, mi induce in errore.
Perciò che dovrei fare? Abbandonarmi all’istinto di un momento o riflettere mentre la vita mi scorre davanti?
Né l’uno né l’altro.
L’ideale sarebbe allenare il proprio istinto a tutelarci dalle scelte disastrose e incoraggiarci, invece, quando è il momento di lasciarsi andare, e riuscire a farlo in tempo reale.
Sembra difficile, ma forse è solo questione di allenamento. Tutelarsi o incoraggiarsi può diventare un automatismo, come quando si cammina su un marciapiede pensando agli affari propri pur schivando i passanti invece di buttarli giù come birilli. O come quando afferriamo la mano di un bimbo un attimo prima che attraversi la strada: istintivamente.
Ma come si allena il proprio istinto?
A me è venuto in mente un modo soltanto: innamorarmi di me stessa, con gentilezza, con cura.
Ogni giorno cerco di amarmi con sincerità, senza paura. Non infierisco, non mi aggredisco, affronto i miei difetti non come limiti, ma come potenziali qualità da sviluppare.
Può darsi che il mio istinto non migliorerà di tanto, ma nel frattempo me la sto godendo.
(Francesca C.)
Perciò alcune opportunità mi sono scivolate tra le mani come sabbia, non riuscendo a trovare il coraggio di affrontarle. Colpa mia, certo, se si vuole considerare il proprio carattere una colpa e non un insieme di caratteristiche che riflettono la nostra essenza.
Io sono il mio carattere, che mi piaccia o meno, e non posso fingere di essere coraggiosa quando il timore di sbagliare mi rallenta il passo.
Ho bisogno di valutare, soppesare, immaginare le conseguenze di qualunque scelta, e quelle rare volte in cui mi lascio guidare dall’istinto mi ritrovo in situazioni che si rivelano deludenti, e a nulla servirà pentirmi di essere stata sconsiderata e ottimista, anziché prudente.
Tuttavia, devo ammettere che anche la prudenza non è una buona consigliera quando viene alimentata dalla paura e non da un sano istinto di protezione: mi impedisce di pensare correttamente, mi induce in errore.
Perciò che dovrei fare? Abbandonarmi all’istinto di un momento o riflettere mentre la vita mi scorre davanti?
Né l’uno né l’altro.
L’ideale sarebbe allenare il proprio istinto a tutelarci dalle scelte disastrose e incoraggiarci, invece, quando è il momento di lasciarsi andare, e riuscire a farlo in tempo reale.
Sembra difficile, ma forse è solo questione di allenamento. Tutelarsi o incoraggiarsi può diventare un automatismo, come quando si cammina su un marciapiede pensando agli affari propri pur schivando i passanti invece di buttarli giù come birilli. O come quando afferriamo la mano di un bimbo un attimo prima che attraversi la strada: istintivamente.
Ma come si allena il proprio istinto?
A me è venuto in mente un modo soltanto: innamorarmi di me stessa, con gentilezza, con cura.
Ogni giorno cerco di amarmi con sincerità, senza paura. Non infierisco, non mi aggredisco, affronto i miei difetti non come limiti, ma come potenziali qualità da sviluppare.
Può darsi che il mio istinto non migliorerà di tanto, ma nel frattempo me la sto godendo.
(Francesca C.)