Ultimamente le notizie sui social sono talmente superficiali che per comprenderle bisogna per forza andare alla ricerca di categorie, tendenze e mode che spiegano il successo di alcuni articoli che altrimenti sarebbero non solo insulsi, ma anche abbastanza noiosi.
Tra queste tendenze, ce n’è una in particolare estremamente duratura, nonché dannosa.
Mi riferisco a tutti quegli articoli che guadagnano una montagna di click e visualizzazioni sfruttando lo stereotipo femminile delle donne schiave del gossip e della perfidia, noncuranti di quanta animosità, maldicenza e ulteriori stereotipi diffondono ogni giorno.
Una gigantesca macchina del fango che piano piano ci sta avvolgendo come una coperta puzzolente.
Per un giornalista è terribilmente facile sguazzare in questo fango: basta preparare un bell’articolo su una star paparazzata al mare con un po’ di cellulite, il seno appena un po’ cadente o la pancia non perfettamente tirata e il gioco è fatto: visualizzazioni assicurate, e poco importa che questi articoli contribuiscano ad amplificare le insicurezze delle donne che, per non sentirsi brutte, hanno bisogno di vedere le celebrità insultate e ridicolizzate.
E poco importa che queste insicurezze saranno a loro volta sfruttate dai giornalisti per propinare articoli altrettanto insulsi su diete, digiuni, allenamenti, rimedi miracolosi, perché per loro siamo solo portafogli con le gambe…
Ma ha senso covare la propria scarsa autostima, in una continua altalena tra l’invidia e il sollievo nel vedere che c’è chi sta peggio? Che persino le donne famose e strapagate appassiscono o “addirittura” invecchiano?
Non sarà forse che questi articoli, nutrendo la parte peggiore di noi, ci impediscono di fare fronte comune tra donne e, soprattutto, di interessarci ad argomenti ben più seri?
Se cercano di renderci innocue focalizzando la nostra attenzione sulla cellulite altrui, non cadiamo nel tranello: resistiamo al momentaneo sollievo di constatare che anche le donne perfette sono imperfette come noi e andiamo a berci una birra tra amiche o leggiamo un bel libro.
Più siamo unite, più li disarmiamo, e magari prima o poi smetteranno di inquinarci.
(Sonia F.)