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    Il cane di quartiere: una zampata agli abbandoni, alle catene, ai canili...

    Il concetto di “animale da compagnia” ci ha portati a trasformare il cane in oggetto di proprietà, merce che si può scegliere e comprare, rottamare nei canili quando non piace più.

    Il cane di quartiere – rivoluzionaria pratica legislativa partita dal Sud Italia – ribalta questa convinzione: adottato da una comunità, vive libero sul territorio, nutrito e monitorato da volontari riconosciuti da regolamenti regionali.

    Non è considerato un cane randagio né un animale selvatico, ma a tutti gli effetti un individuo dotato di diritti.

    In questo libro ripercorriamo le origini, il contesto e le caratteristiche del cane di quartiere, intorno a cui si è aperto un acceso dibattito perché è la prima forma ufficializzata di convivenza tra l’uomo e un’altra specie libera.

    PENSIERI ALTERNATIVI

    Ormai da diversi anni, la pratica del cane di quartiere è stata ufficializzata, dando finalmente voce e spazio alla possibilità di mettere in atto un altro modo di convivere.

    Il cane di quartiere, pur vivendo libero e non avendo un unico e diretto riferimento umano, è considerato a tutti gli effetti un particolare membro della comunità in cui è inserito. Ed è proprio questo a rendere stimolante il rapporto con lui.

    Una delle caratteristiche essenziali è l’accoglienza, perché al cane di quartiere viene assegnato un tutor che si occuperà di monitorarlo, di provvedere al suo nutrimento e in caso di bisogno alle cure veterinarie. In altre parole, la comunità, oltre a riconoscere il cane come individuo libero e dotato di diritti, ne tutela il benessere.

    Il cane di quartiere, inserito nelle nostre comunità e partecipe della nostra vita quotidiana, entra nel tessuto sociale, permettendo anche a chi non ha familiarità di apprendere gli aspetti essenziali del suo linguaggio, del modo di esternare e condividere le emozioni.

    Il libro che avete tra le mani nasce quindi per diffondere e proteggere proprio l’immaginario che ha ispirato l’istituzione del cane di quartiere, e per provare a mostrare le grandi implicazioni sociali che porta con sé.

    Gli autori

    Troglodita Tribe è una realtà resistente e libertaria che attraverso l’attivismo, la scrittura e la recycling art cerca di destabilizzare l’immaginario specista e patriarcale.

    Fanno parte di un movimento trasversale e azzardano le loro variegate incursioni negli ambiti più diversi: dall’Accademia di Belle Arti di Milano con il loro libello creativo Musi di pietra (il posto degli animali nei monumenti) agli incontri “Antispecismo ad alta voce” tenuti in diverse parti d’Italia; dalla mostra “Sconfinamenti Animali (venticinque quintetti di cartoline truccate)” agli articoli sugli storici mensili “A Rivista Anarchica” e “Terra Nuova”; dal volontariato nei canili alla collaborazione con la trasmissione radiofonica “Restiamo Animali”.

    Sono autori dei volumi È tempo di mordere: Storie minime di Cinofilia Nera (Pop Edizioni), Chiudiamo i canili (Ortica Editrice), Cani e catene (Edizioni Malamente), L’antispecismo spiegato a mia mamma (Ortica Editrice) e La fattoria infelice (Ortica Edizioni).