È stato premiato con l’Orso d’oro al festival di Berlino il film del regista rumeno Radu Jude “Bad luck, banging or loony porn”. Il film narra le vicende di una insegnante, la cui esistenza viene completamente sconvolta per un video che lei e il marito hanno girato durante un rapporto intimo, e che diventa di dominio pubblico.
Il colpo di genio del regista è quello di prescindere dalla cronaca (nessuno ci spiega chi e perché abbia diffuso in Rete il video) ed evitare per quanto possibile di accentuare gli aspetti patetici della questione: la protagonista, Emi, una donna matura e consapevole, non è mai una “povera vittima”.
L’arte offre una marcia in più nell’analisi del fenomeno rispetto alla cronaca, proprio come fanno le protagoniste del romanzo “La turista italiana”, di Maria Tina Bruno, che vivono liberamente la propria sessualità, ma a un certo punto decidono che contro il fenomeno del Revenge Porn, che miete migliaia di vittime ogni anno, bisogna fare qualcosa, alleandosi tra donne.
“Senza moralismi” e senza che esista un’amicizia o un affetto a legarle tra loro, ma unite dal medesimo scopo, le tre donne partono da una domanda piuttosto semplice: perché per sentirsi sessualmente liberi, oggi, moltissime persone sentono il bisogno di filmarsi durante un rapporto intimo? E perché questo fenomeno, all’improvviso, si è esteso a tutto il mondo, a uomini e donne di qualunque età e nazionalità?
L’impoverimento del desiderio, appiattito da un immaginario colonizzato e alterato dai canoni grotteschi della pornografia on line, e l’estrema facilità per adulti, bambini e adolescenti ad accedere a innumerevoli siti porno, aprono uno spiraglio sulle conseguenze di quel che oggi è considerato un gioco e che invece può rivelarsi estremamente pericoloso, perché qualunque immagine o filmato che finisca in Rete, o condiviso in chat, non potrà mai essere cancellato, da nessuno.
Così, dalle pagine di questo romanzo, sono nate le pagine Facebook e Instagram “Donne non facciamolo in Rete”: un luogo in cui conoscere e approfondire argomenti come il Revenge Porn, il Sexting, e alcuni utili accorgimenti. Per esempio, mai farsi riprendere in viso durante un filmato intimo.
Il colpo di genio del regista è quello di prescindere dalla cronaca (nessuno ci spiega chi e perché abbia diffuso in Rete il video) ed evitare per quanto possibile di accentuare gli aspetti patetici della questione: la protagonista, Emi, una donna matura e consapevole, non è mai una “povera vittima”.
L’arte offre una marcia in più nell’analisi del fenomeno rispetto alla cronaca, proprio come fanno le protagoniste del romanzo “La turista italiana”, di Maria Tina Bruno, che vivono liberamente la propria sessualità, ma a un certo punto decidono che contro il fenomeno del Revenge Porn, che miete migliaia di vittime ogni anno, bisogna fare qualcosa, alleandosi tra donne.
“Senza moralismi” e senza che esista un’amicizia o un affetto a legarle tra loro, ma unite dal medesimo scopo, le tre donne partono da una domanda piuttosto semplice: perché per sentirsi sessualmente liberi, oggi, moltissime persone sentono il bisogno di filmarsi durante un rapporto intimo? E perché questo fenomeno, all’improvviso, si è esteso a tutto il mondo, a uomini e donne di qualunque età e nazionalità?
L’impoverimento del desiderio, appiattito da un immaginario colonizzato e alterato dai canoni grotteschi della pornografia on line, e l’estrema facilità per adulti, bambini e adolescenti ad accedere a innumerevoli siti porno, aprono uno spiraglio sulle conseguenze di quel che oggi è considerato un gioco e che invece può rivelarsi estremamente pericoloso, perché qualunque immagine o filmato che finisca in Rete, o condiviso in chat, non potrà mai essere cancellato, da nessuno.
Così, dalle pagine di questo romanzo, sono nate le pagine Facebook e Instagram “Donne non facciamolo in Rete”: un luogo in cui conoscere e approfondire argomenti come il Revenge Porn, il Sexting, e alcuni utili accorgimenti. Per esempio, mai farsi riprendere in viso durante un filmato intimo.